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“Lo avevamo detto all’indomani della notizia sul Recovery Fund: la sguaiatezza con cui è stata accolta dal governo Conte avrebbe potuto indebolire il negoziato in Europa. Dal Consiglio Ue di stamane, appunto, emerge che le negoziazioni saranno tutt’altro che semplici, con i ‘paesi frugali’ che dettano le condizioni – prestiti e introduzione di condizionalità legate a riforme strutturali – come evidenziato dal cancelliere austriaco Kurz. Si spengono i fuochi d’artificio del governo. Peraltro, se venissero confermati gli 82 miliardi da distribuire in sette anni, parliamo comunque di cifre e tempi ben lontani dalle aspettative dello stesso premier. Conte vuole ‘chiudere l’accordo entro luglio’…ma non vorremmo che l’ipotesi di una modifica al ribasso o di una retromarcia sul Recovery Fund fosse il viatico per l’utilizzo del Mes”.

E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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