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In questo momento di grande difficoltà economica – mentre le priorità dell’esecutivo risiedono nella regolarizzazione degli stranieri e nella costituzione di un grottesco “regime sanitario” – occorrono risposte immediate, politiche lungimiranti e scelte decise.

Quella di oggi, senza dubbio, è stata una risposta importante: anche se per qualche ora, la voce è tornata al popolo. Un popolo umiliato e dimenticato, al quale è stato promesso moltissimo e non è stato dato nulla, nel totale asservimento ai meccanismi sovra-nazionali e alle squallide logiche di palazzo.

Malgrado l’evento fosse a “numero chiuso”, abbiamo schierato centocinquanta militanti, caratterizzando la piazza con le istanze identitarie, sociali e nazionali. Una prova di forza che dimostra, ancora una volta, la capacità militante di Casaggì, che – in condizioni “normali” – avrebbe potuto portare anche il doppio dei partecipanti.

Da oggi, senza sosta, si aprirà una mobilitazione permanente. Il futuro del nostro popolo e della Nazione è ad un bivio: accettare passivamente il baratro o riconquistare la nostra dignità, la nostra sovranità e il nostro destino. Dal canto nostro, come sempre, saremo la prima linea.

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