“Dopo settimane, anzi mesi, abbiamo finalmente una proposta nero su bianco, anche se sarebbe stato più facile consentire alla Bce di fare appieno il suo mestiere mentre avete scelto una strada più contorta”. Così il capodelegazione di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, intervenendo in aula a Bruxelles sul Recovery Fund. “Ma non è tutto oro quello che luccica. Infatti per FDI ci sono almeno cinque punti critici: l’entità dei contributi, perché 500 miliardi a fondo perduto sono un segnale sì, ma non basteranno; la tempistica di erogazione, perché questi fondi servono subito, per i prossimi sei mesi e per il 2021, mentre avere uno strumento tardivo e spalmato su 7 anni non servirà; la destinazione, perché appostarli sui programmi pensati prima della crisi vuol dire non aver capito l’impatto della crisi; le condizionalità: perché un conto è spenderli con accuratezza, ci mancherebbe, altro è farsi dettare da Bruxelles le riforme da attuare a casa nostra. L’ultimo punto riguarda le risorse proprie, cioè le nuove tasse europee: ragioniamo su come recuperare risorse da soggetti esterni, ma guai a pensare che anche un solo centesimo di tasse in più possa gravare sulle nostre PMI. Su questi punti, Presidente von der Leyen, vi staremo col fiato sul collo”.