fbpx

“Il Decreto Liquidità ora dovrà essere convertito in Senato, pur nell’originaria consapevolezza del suo fallimento.

Dall’8 aprile a oggi infatti le banche hanno accolto la metà delle domande di prestito fino a 25mila euro e il 24% di quelle al di sopra di tale soglia.

Se l’intenzione del governo fosse stata quella di sostenere le imprese, come teoricamente avrebbe dovuto essere, occorreva cancellare subito tutti gli adempimenti fiscali di marzo, aprile, maggio, giugno in modo da impedire che le fortunate aziende che sono riuscite nell’impresa di farsi finanziare non debbano usare i soldi conquistati per riversali nelle casse dello Stato.

La verità è che senza liquidità l’economia s’impantana, si fa un decreto inutile, pieno di trappole, confuso, inconcludente, buono solo per le banche che guadagnano la garanzia pubblica sulle insolvenze utilizzando le imprese per patrimonializzarsi.

Questo ennesimo fuoco di paglia che il Capo del Governo ha condito con il patetico appello a un ‘atto d’amore’ da parte degli istituti di credito, si accompagna al prestito per Fca da parte di Banca Intesa, sempre puntellato dallo Stato italiano. Come dire che per fare harakiri lo Stato si paga anche la spada. Solo Conte non ha capito o finge di non capire che Fca, nella fusione con Psa di cui è azionista lo Stato francese, finirà in mano transalpina, vanificando tutti i sacrifici fatti dagli italiani per consolidare con i propri risparmi l’azienda ammiraglia della nostra filiera industriale.

Disarmante il silenzio del governo, la mancata trattativa con i vertici Fca, il non aver chiesto nemmeno la garanzia di un piano industriale, il non aver esaminato l’ipotesi di controbilanciare la presenza della Francia in Psa con quella dell’Italia in Fca, il tutto offrendo a Banca Intesa che eroga il prestito una sua generosa copertura. Dilettanti allo sbaraglio o collaborazionisti francesi?”.

E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social