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Il 18 maggio l’Italia è ripartita.
Senza norme certe, nel timore delle sanzioni, senza aiuti ma è ripartita.
La cattiva notizia è che abbiamo un Governo, già incapace di guidarci in tempi normali, che durante la pandemia ha mostrato il volto dell’incomprensione, dell’inadeguatezza, della lontananza dalle necessità dei governati.
La buona notizia è che gli italiani da tempo immemorabile ce la fanno da soli, riescono a risollevarsi nonostante gli ostacoli, le prese in giro, le trappole dei governanti.
Così il 18 mattina la maggior parte degli italiani ha tirato su la serranda che aveva chiuso due mesi prima, accettando di lavorare, pur di riprendere l’attività, con mascherina, guanti, disinfettanti, ingressi contingentati, e soprattutto con la paura di subire controlli e contravvenzioni a causa delle norme contraddittorie e oscure che hanno regolato la riapertura.
Gli italiani sono tornati al lavoro con il sorriso, con un po’ di commozione, con la speranza di guadagnare quel tanto da consentire di pagare le bollette e purtroppo anche le tasse, perché, sebbene i roboanti decreti presidenziali abbiano promesso aiuti e sostegno, l’obbligo di pagarle è rimasto.
Mai un Governo è stato così lontano dalle reali necessità di chi lavora, produce, di chi rischia ogni giorno di non farcela.
I nostri ministri appaiono avulsi dal mondo del lavoro, come chi non si è mai misurato con la fatica e i conti a fine mese.
“ Andrà tutto bene “ si è ripetuto come un mantra durante questa clausura forzata. Gia’ ma se andrà tutto bene non sarà merito di un Governo pavido e incerto che che ha delegato alle task forces ogni decisione, sottraendosi alle sue responsabilità, che ha promesso senza mantenere, adottando provvedimenti non per proteggere gli italiani ma per mettere in salvo se stesso.
Sarà soltanto merito di chi, dopo la clausura imposta, ha rialzato la serranda, riaperto il laboratorio, rispolverato gli attrezzi da lavoro.
In sostanza di chi ogni giorno, nonostante le politiche sbagliate, a dispetto dell’incompetenza e dell’indifferenza del Governo, prende l’iniziativa, si assume le responsabilità, corre il rischio e manda avanti l’Italia.
La Sovrana Bellezza siamo noi.

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