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“L’Europa ha ignorato i rischi legati al COVID -19 e ha peccato di superficialità nella fase iniziale della diffusione della pandemia. Il 18 febbraio il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), riferimento europeo in materia di salute pubblica, dopo aver esaminato i primi 45 casi individuati in Europa, ha bollato come ‘basso’ il rischio contagio da coronavirus sulla popolazione, e come ‘basso o moderato’ quello legato alla tenuta del sistema sanitario”. E’ quanto afferma il parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, che sulla vicenda ha presentato una interrogazione alla Commissione UE, firmata da tutti i componenti del gruppo FDI al Parlamento Europeo, chiedendo chiarimenti alla UE.
“In quella occasione – continua Procaccini – l’Ecdc aveva stabilito la non necessità di prevedere test utili ad identificare il grado di trasmissione del Covid-19, decretando il bisogno di sottoporre a tampone soltanto i pazienti che avevano viaggiato a Wuhan, escludendo di fatto dalla possibilità di diagnosi sia i pazienti con sintomi, sia quelli ricoverati in terapia intensiva con polmonite di origine sconosciuta. Di lì a pochi giorni il grado di diffusione del virus in Europa sarebbe diventato consistente. Vogliamo anche capire se la Commissione Europea sia stata informata degli esiti di quella riunione e la eventuale connessione tra questa decisione e i tanti lati oscuri circa la gestione della fase precedente all’ufficializzazione della pandemia da parte della stessa OMS” .

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