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“L’inchiesta della Procura di Perugia fa emergere, ancora una volta, come sussistano gravi squilibri che alterano i poteri costituzionali. Per questo condivido totalmente la posizione espressa dal presidente delle Camere Penali Gian Domenico Caiazza: è indispensabile mettere un controllo al cosiddetto “Sistema dei fuori ruolo” stoppando definitivamente alle correnti e ai giochi della politica l’inserimento di centinaia di magistrati all’interno dei Ministeri. A partire da quello della Giustizia che, di fatto, è occupato spesso dalla magistratura più politicizzata e spesso senza profili tecnici, ma solo nell’ottica di spartizione”. Lo dichiara il senatore Antonio Iannone, capogruppo di FdI in Commissione Parlamentare Antimafia, in merito alla vicenda giudiziaria che vede coinvolti, tra gli altri, alcuni importanti esponenti del Csm e del Ministero della Giustizia e che indirettamente lambisce perfino  l’Antimafia. “In particolare – spiega – emerge un attivismo politico del Pd e dei Cinque Stelle che entrano nelle dinamiche di organi a rilievo costituzionale e che dovrebbero essere separati dal potere legislativo e esecutivo. E’ sconcertante leggere le intercettazioni tra l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara con l’attuale vice presidente del Csm David Ermini e il capo di gabinetto dimissionario del ministro Bonafede, Fulvio Baldi. In tali conversazioni, pubblicate sugli organi di stampa, si evince come il Ministero della Giustizia sia di fatto governato dalle correnti della magistratura che cercano di spartirsi il potere e le poltrone collocando loro rappresentanti in posizioni di rilievo per oscuri interessi di parte. Palazzo Piacentini – aggiunge Iannone  – è pieno di dirigenti pubblici che sono magistrati. Ma come sono stati scelti? A cosa sottendono le scelte operate? E’ impossibile solo pensare che in Paese democratico possano accadere cose del genere e che si possa continuare ad avere un Ministro della Giustizia, che viene continuamente coadiuvato e costellato da personalità collegate tra loro soltanto perché appartenenti alla stessa corrente associativa. Nonostante gli ultimi scandali (dalle scarcerazioni dei mafiosi all’inchiesta di Perugia) che vedono coinvolto il suo Ministero,  Bonafede sta colpevolmente  restando in silenzio di fronte al peggiore scandalo della magistratura italiana senza avere un briciolo di dignità politica. Lo stesso Bonafede che prometteva importanti interventi per risolvere grovigli e ritardi in cui riversa da anni la magistratura italiana. Il passo indietro dei suoi uomini di fiducia non basta, perché di fatto non cambia nulla. Il Guardasigilli si dimetta subito, altrimenti intervenga il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale non può rimanere inerme di fronte alla bufera giudiziaria che si abbattuta anche sul Csm, da lui presieduto. D’altro canto proprio la corrente di sinistra dei magistrati, coadiuvanti da giornali compiacenti, ha preteso e ottenuto le dimissioni di componenti del Csm legati a Magistratura Indipendente per molto meno. Contemporaneamente, la politica dia un forte segnale scardinando definitivamente quell’intreccio pericoloso tra il potere esecutivo e quello giudiziario a difesa della nostra democrazia” conclude Iannone.

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