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“Dopo l’audizione del Regional Manager Italia di Booking.com, Alberto Yates, è assolutamente necessario audire tutti i soggetti chiamati in causa e trovare il giusto equilibrio tra le parti. Sul fronte infatti relativa ai rimborsi e cancellazioni abbiamo avuto segnalazioni da parte degli operatori di una politica fortemente lesiva per loro. Booking.com non ha mai adottato la politica del voucher ma ha rimborsato tutto in denaro stringendo di fatto il cappio intorno al collo di molti imprenditori italiani del settore turistico. Questi operatori, albergatori ma anche b&b, affittacamere e case vacanze, sentono il bisogno di rappresentare ai decisori pubblici la politica vessatoria che le grandi Ota (on line travel agencies) applicano agli operatori della ricettività alberghiera ed extralberghiera con gravissime ripercussioni sull’economia reale e intaccando liquidità anche attraverso i circuiti delle carte di credito che inopinatamente fanno gli interessi delle Ota. Booking come al solito si contraddistingue con la solita prepotenza nei confronti delle strutture ricettive. Costringe gli operatori  a seguire la loro politica tariffaria nonostante dopo tanti anni sono stati costretti a cedere sulla clausola della parity rate. In sostanza: se non concedi loro il miglior prezzo ti penalizzano togliendoti dalla lista degli hotel preferiti e confinandoti tra le ultime posizioni nel ranking togliendo in pratica la visibilità. Tante strutture saranno costrette a chiudere o comunque a ridurre il personale. A oggi  prospettano almeno due anni di crisi del settore, basti considerare che si sono fermate anche le prenotazioni per il 2021,  che in condizioni normali sarebbero già partite. Le aziende che non possiedono le mura degli alberghi difficilmente potranno reggere a lungo ad una situazione così difficile. Gli aiuti al momento sono solo dei prestiti a tasso agevolato. Si tratta di aggiungere altri debiti ad aziende che tra fidi, lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e adeguamenti a normative sulla sicurezza già sono al limite. La cassa integrazione in deroga per i lavoratori non basta se gli alberghi alla fine saranno costretti a chiudere. Secondo alcuni dati di settore, il blocco totale ha determinato nel turismo una regressione dell’Italia al 1978 in termini di presenza turistica e appare davvero impossibile stabilire i tempi di recupero delle posizioni precedenti. Dobbiamo scampare il concreto pericolo che ci possa volere un decennio per tornare a essere tra i maggiori poli attrattivi del mondo”. E’ quanto dichiarano il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli e Gianluca Caramanna, responsabile nazionale del Turismo di Fratelli d’Italia.

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