L’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia smonta pezzo per pezzo le menzogne di Pagella Politica su fact-cheching pubblicato in merito alle dichiarazioni di Giorgia Meloni riguardante il parallelismo tra i poteri speciali in Svezia e in Ungheria.
Indice:
- Antefatto
- Che cosa è Pagella Politica
- Le falsità del fact-checking di Pagella Politica sulle dichiarazioni di Giorgia Meloni sui pieni poteri in Svezia e Ungheria
- Link all’articolo di Pagella Politica
Antefatto
Giorgia Meloni ha denunciato in diverse occasioni l’ipocrisia di chi parla dello scandalo dei pieni poteri al governo ungherese di Orbán e nulla dice sui pieni poteri del governo italiano Conte o di altri esempi, come i pieni poteri al governo socialdemocratico della Svezia.
In particolare nella trasmissione Non è l’Arena andata in onda il 3 maggio, Giorgia Meloni ha dichiarato che: «Segnalo che non l’ha fatto solo Orbán in Europa [di farsi dare “pieni poteri” dal Parlamento], ma l’ha fatto per esempio anche il premier svedese, che è un socialista ma di quello lei non sentirà parlare».
Sulla base di queste affermazioni, Pagella Politica ha effettuato una delle sue verifiche (fact-checking) dichiarando che le affermazioni della Meloni sono false (“in conclusione, Meloni si merita un pinocchio andante”).
Cosa è pagella politica
Pagella Politica si autodefinisce un progetto che mira a monitorare le dichiarazioni dei principali esponenti politici italiani, al fine di valutarne la veridicità attraverso numeri e fatti. Il sito che è il cuore del progetto è online dal 3 ottobre 2012.
L’iniziativa a fine 2013 prende la forma di una srls con 10 soci Pietro Curatolo, Daniele De Bernardin, Federica Fusi, Giorgio Gagnor, Amerigo Lombardi, Alexios Mantzarlis, Flavia Mi, Andrea Saviolo, Silvia Sommariva e Carlo Starace. Le loro biografie ufficiali insieme a quelle dei collaboratori sono qui https://pagellapolitica.it/static/redazione
Pagella Politica dichiara di essere nato attraverso l’autofinanziamento dei soci fondatori e che ancora oggi solo i dipendenti dedicati agli specifici servizi che offrono sul mercato sono pagati mentre analisti e redazione che si occupano delle “pagelle” da dare ai politici continuano a collaborare in forma volontaria.
Qui i servizi che Pagella Politica offre https://pagellapolitica.it/servizi/index e che dichiara come principale fonte di finanziamento. Si tratta di attività di content providing, cioè vendere contenuti e/o servizi a terzi.
Nel 2018, tre clienti (RAI, AGI e Facebook) hanno rappresentato circa il 70% delle entrate. Per quanto riguarda le entrate rimanenti, la voce di gran lunga più rilevante è il finanziamento ottenuto nell’ambito del progetto europeo SOMA, vincitore di un bando Horizon 2020 della Commissione Europea (grant agreement n. 825469).
Le analisi delle dichiarazioni dei politici sono disponibili qui https://pagellapolitica.it/politici
Tra i politici che contano più di 100 analisi effettuate ci sono i tre leader del centrodestra Salvini, Meloni e Berlusconi, Matteo Renzi, Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Renato Brunetta.
Partnership e collegamenti con Istituzioni
- Pagella Politica fa parte dell’International Fact-Checking Network (IFCN) e al momento l’organizzazione è guidata da Alexios Mantzarlis, lui stesso tra i fondatori di Pagella Politica. Lo scopo dell’IFCN è quello di formare un forum per fat checkers di tutto il mondo. L’iniziativa di costituire questo organismo è nata per volere del Poynter Institute for Media Studies (poynter.org) e ha ricevuto finanziamenti da Arthur M. Blank Family Foundation, the Duke Reporters’ Lab, the Bill & Melinda Gates Foundation, Google, the National Endowment for Democracy, the Omidyar Network, the Open Society Foundations and the Park Foundation. Riferimenti Qui https://www.poynter.org/about-the-international-fact-checking-network/
- L’attuale direttore di Pagella Politica, Giovanni Zagni, (IlPost.it, Linkiesta, Il Foglio, Rivista Studio, Le Scienze) è membro della recentemente costituita Task Force governativa contro le Fake News.
- In tempi altrettanto recenti, Pagella Politica, già partner di Facebook dal 2018, nell’ambito del programma globale di fact-checking dell’azienda di Cupertino, ha stretto un accordo con il Social Network per il progetto Facta, servizio di verifica delle informazioni che circolano su whatsapp basato su segnalazioni degli utenti.
Quindi Pagella Politica influenza possibilità di ritrovarsi censurati sui social network o tacciati di diffonde fakenews e per di più attraverso il suo direttore Giovanni Zagni, ingluenza anche le dicisione del governo riguardo le informazioni da bollare come fakenes, per questo ragioni da una struttura di questo genere ci si aspetterebbe attenzione, professionalità e soprattutto obiettività. Cosa che purtroppo non ci sembra essere.
Le falsità del fact-checking di Pagella Politica sulle dichiarazioni di Giorgia Meloni sui pieni poteri in Svezia e Ungheria
Il fact-checking di Pagella Politica fa acqua da tutte le parti.
Procederemo analizzando i punti salienti dell’articolo (riportati in grassetto tra virgolette), spiegando man mano come stanno le cose. In appendice alla nota c’è l’intero articolo di Pagella Politica, al fine di facilitare la comprensione e il raffronto con quanto segue.
Le falsità iniziano già dall’incipit:
“Meloni aveva già difeso Orbán, esagerando però – come avevamo scritto – nel paragonare la situazione ungherese con quella esistente in Italia, in particolare per via dei decreti del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) firmati da Giuseppe Conte.”
- Non è l’oggetto principale di cui stiamo parlando, ma giova ricordarlo lo stesso: il governo ungherese si è mosso nell’alveo della costituzione ungherese; Conte e il suo governo, grazie ad una forzatura nell’uso dei decreti legge usati per darsi una delega in bianco al fine di emanare Dpcm a profusione, sta alimentando fior fiore di dibattiti tra costituzionalisti, amministrativisti, ecc. Non siamo noi a dire che quelle del governo siano state forzaturema presidenti emeriti della Corte Costituzionale (come Baldassarre, Silvestri), docenti come Sabino Cassese e tanti altri esperti. Ma nonostante questo per gli esperti P.P. il problema della “forzatura costituzionale” delle libertà individuali limitate con Dpcm non sussiste.
Veniamo al punto del sedicente “fact-checking”:
“Questa volta, la leader di Fratelli d’Italia ha detto al conduttore Massimo Giletti che «non l’ha fatto solo Orbán in Europa» di farsi dare “pieni poteri” dal Parlamento, «ma l’ha fatto per esempio anche il premier svedese, che è un socialista ma di quello Lei non sentirà parlare».
È davvero così? Abbiamo verificato e Meloni sbaglia.
[…] “Pieni poteri” svedesi, oppure no?
Il 16 aprile scorso il Riksdag ha approvato con 44 sì e 11 no alcune modifiche temporanee alla legge svedese sul controllo delle malattie infettive (Smittskyddslag, tradotto in inglese con Swedish infectious disease control act) e a quella relativa alle emergenze (Socialutskottets betänkande).”
- Intanto da notare: il link riportato da P.P. allo Swedish infection desease control act è sbagliato, perché porta ad una versione non aggiornata della legge (https://perma.cc/2HCK-YWD5), non iniziamo bene… che documento hanno consultato? Uno non aggiornato? Grave.
- Ancora, e molto più grave: secondo gli esperti debunkers di Pagella politica, la Socialutskottets betänkande sarebbe la legge relativa alle emergenze (ecco il link https://perma.cc/9Q6T-72QH). Ebbene, non è assolutamente così, come vedremo meglio tra breve.
“Come si può leggere nell’introduzione al testo ufficiale approvato dal Parlamento, al governo sono stati assegnati alcuni nuovi poteri per introdurre limitazioni temporanee agli assembramenti pubblici, alle chiusure di negozi, centri commerciali, bar e ristoranti, o ai mezzi di trasporto, e alla ridistribuzione di medicine o dispositivi di protezione individuale tra i fornitori privati.”
- Bene, il link che si apre cliccando le parole “si può leggere” secondo i nostri investigatori della menzogna porterebbe al testo ufficiale approvato dal Parlamento. Invece non sarebbe che la legge relativa alle emergenze “Socialutskottets betänkande” citata poco fa. A breve spiegheremo meglio di cosa si tratta…
Continua Pagella politica: “Per intenderci, queste misure sono paragonabili solo a una parte delle disposizioni introdotte in Italia nelle ultime settimane attraverso i Dpcm emanati da Conte, che hanno il loro fondamento legale nel decreto-legge del 23 febbraio 2020.”
- E continuano anche con la scarsa conoscenza del diritto costituzionale italiano: è dato accertato che il governo sia dovuto correre ai riparti con un altro decreto, quello del 25 marzo, perché quello del 23 febbraio era riferito ad alcune zone, non dava copertura solida ai provvedimenti presi per tutto territorio nazionale ed inoltre autorizzava il governo a emanare Dpcm su alcune fattispecie. E in ogni caso, sull’uso del decreto legge posto a base delle limitazioni dei diritti costituzionali, come detto, il dibattito è del tutto aperto (e non crediamo che il parere approssimativo di Pagella Politica possa essere più determinante di quello di noti costituzionalisti).
Ma, Pagella Politica continua: “«Le disposizioni che vengono emesse sulla base delle nuove autorizzazioni devono essere immediatamente sottoposte al riesame del Riksdag, per ogni singolo caso attraverso un disegno di legge», si legge poi nel testo approvato dal Parlamento svedese.
- “Si legge”, dicono, ma dove? Scrivono nel famoso testo definitivo approvato dal parlamento. Quello già citato due volte. Ma è così? No, decisamente no. Il testo infatti citato da Pagella politica non è assolutamente il testo definitivo approvato dal Parlamento, anzi non è nemmeno una legge a dire il vero. È il parere della Commissione sociale, un organo del parlamento svedese. Quello che loro riportano per “legge” sono le osservazioni fatte dalla commissione e recepite solo in piccola parte nel testo di legge.
Infatti, leggendo dentro il primo link da loro postato – proprio impaginato sopra il rapporto della commissione sociale frainteso da Pagella Politica (https://www.riksdagen.se/sv/dokument-lagar/arende/betankande/tillfalliga-bemyndiganden-i-smittskyddslagen-med_H701SoU20) – si nota quanto segue:
“[…] Il Riksdag può richiedere informazioni supplementari, il che significa che il governo può emanare i regolamenti solo se non è possibile attendere la decisione del Riksdag”.
Quindi il parere del parlamento non è un obbligo: infatti il governo, se non ha tempo, procede senza attendere il parlamento. Insomma, ha “pieni poteri”, almeno in alcuni precisi casi, come vedremo in seguito.
Quindi Pagella politica fa passare per “testo ufficiale approvato dal Parlamento” un parere di commissione.
Ma è evidente come siano caduti in errore: hanno copiato ed incollato, ma soprattutto tradotto male, un approfondimento della Biblioteca del Congresso americano, da loro stessi citato, dove si legge: “The law amends the Swedish Infectious Disease Control Act (Smittskyddslagen (SFS 2004:168)), Sweden’s emergency legislation. (Socialutskottetsbetänkande2019/20:SoU20.)”, ovvero tradotto: “La legge modifica la legge svedese sul controllo delle malattie infettive (Smittskyddslagen (SFS 2004: 168)), la legislazione d’emergenza della Svezia. (Socialutskottetsbetänkande2019/20:SoU20.)”. Ma traducendo male, i novelli Sherlock Holmes hanno confuso il link posto alla fine della frase tra parentesi “(Socialutskottetsbetänkande2019/20:SoU20)” per il testo della legislazione di emergenza, mentre è solo l’appena menzionato parere della commissione Sociale svedese.
Insomma, i cacciatori di fakenews fregati da un banale copia/incolla senza aver nemmeno capito cosa stessero leggendo… (qui il link originale per verificare: https://www.loc.gov/law/foreign-news/article/sweden-swedish-parliament-gives-swedish-government-temporary-emergency-powers-because-of-covid-19-outbreak/).
Oltretutto lo stesso studio americano citato da Pagella Politica prosegue poi scrivendo testualmente:
“La legislazione è passata con lievi modifiche dopo che i partiti di opposizione in Parlamento e il Consiglio di Legislazione, che ha il compito di valutare se la legislazione proposta viola la costituzione svedese, hanno criticato il disegno di legge originale perché eccessivamente ampio e generale. A seguito delle critiche, l’emendamento proposto prevede che solo le misure simili alle misure sopra elencate possano essere decise dal governo”. Ovvero le limitazioni previste dal prima parte del paragrafo 6a), come riporta lo stesso parere del Consiglio Legislativo (https://www.lagradet.se/wp-content/uploads/2020/04/Ett-tillf%C3%A4lligt-bemyndigande-i-smittskyddslagen-med-anledning-av-det-virus-som-orsakar-covid-19.pdf), ecco di che limitazioni si tratta:
Capitolo 9
- 6 a Ilgoverno può emanare norme speciali sul rapporto tra gli individui e il governo centrale riguardanti obblighi per gli individui o che siano in ogni caso atte ad influenzare i diritti personali e finanziari degli individui, se ciò è necessario per ragioni di protezione dall’infezione al fine di fronteggiare la diffusione del virus che causa il covid-19 e la decisione parlamentare non può essere attesa. È possibile che si applichino le normative:
- restrizioni temporanee alle riunioni pubbliche; 2. chiusura temporanea di centri commerciali e altri punti vendita; 3. chiusura temporanea di luoghi di incontro sociale e culturale, come bar, discoteche, ristoranti, caffetterie, palestra e impianti sportivi, biblioteche, musei e sale riunioni pubbliche; 4. chiusura temporanea o altre restrizioni al trasporto o all’uso di infrastrutture, come porti, aeroporti o stazioni di autobus o ferroviarie; 5. consentire temporaneamente il commercio o la ridistribuzione reciproca di medicinali o materiali protettivi e altre attrezzature mediche a operatori sanitari privati e altri operatori privati; o 6. misure temporanee di natura simile.
Invece per gli altri regolamenti, presi all’infuori di questi tassativamente indicati, per i quali è prevista l’immediata sottoposizione al Parlamento, lo stesso Consiglio legislativo specifica che non si capisce esattamente che tipo di controllo questo dovrebbe essere.
Quindi, ricapitolando, il governo può emanare regolamenti in autonomia su diversi aspetti della vita dei cittadini;
Solo sugli altri – eventuali – regolamenti deve chiedere successivamente il parere del Parlamento;
Ma non si sa bene che tipo di controllo potrebbe fare a quel punto il Parlamento svedese.
Ma tutto questo, i nostri “esperti” di Pagella Politica non lo hanno capito.
Andiamo avanti.
Continuano gli esperti di Pagella Politica: “I nuovi poteri sono entrati in vigore il 18 aprile, validi in modo temporaneo fino alla fine di giugno 2020. Si tratta insomma di poteri sottoposti al controllo parlamentare e temporalmente limitati.”
- Vero che sono poteri temporanei; no, non sono quindi sottoposti al parlamento se non nel caso di fattispecie non codificate nella legge, come abbiamo visto sopra.
Ma questo accade anche in Ungheria: i poteri speciali possono essere ritirati dall’Assemblea in qualsiasi momento previa autoconvocazione con 1/5 dei suoi membri; quanto al termine dei poteri speciali, questo è legato al cessare dell’emergenza, come indica la costituzione ungherese. Termine della pandemia stabilito dall’Oms e non da Orbán.
Proseguiamo.
Pagella politica scrive:
I “pieni poteri” di Orbán
[..] A differenza della Svezia – dove, ricordiamo, c’è un governo di minoranza – la maggioranza del Parlamento ungherese è saldamente in mano a Fidesz, il partito di Orbán, che insieme agli alleati del Partito Popolare Cristiano democratico conta 133 parlamentari su 199 (oltre due terzi, quanto basta per poter modificare in autonomia la Costituzione e per nominare i membri della Corte Costituzionale).
[…] Il Parlamento ungherese può comunque ritirare i “pieni poteri” del primo ministro e porre fine allo stato d’emergenza, che ad oggi non ha una scadenza.
- E qui siamo all’assurdità di P.P. Quindi la sostanza è questa: se hai consenso del popolo e per questo hai una ampia maggioranza in parlamento, secondo i nostri esperti questo si traduce in un rischio di deriva autoritaria. Mentre se sei un governo di minoranza, quindi necessariamente espressione di una minoranza nel Paese, questo ti mette in una posizione di maggiore forza democratica. Insomma, secondo Pagella Politica il consenso popolare, che è la base della democrazia, diventa un problema.
Ancora: “il governo ha il potere di «sospendere l’applicazione di alcune leggi», o di derogarne le disposizioni vigenti, e di «prendere misure straordinarie» attraverso la sola approvazione di decreti, senza passare dal Parlamento”.
- Approssimativi e faziosi. Perché riportano frasi compiaincollate qui e lì, ignorando cosa dice la costituzione ungherese.
Il governo ha poteri speciali, che sono limitati dalla Costituzione Ungherese secondo la quale (art. 54) non può essere approvato alcun atto che possa intaccare i diritti fondamentali o il funzionamento della Corte costituzionale; inoltre il 4 comma del medesimo articolo stabilisce che i regolamenti dettagliati applicabili nel caso di legislazione speciale sono determinati per legge organica (che richiede i 2/3 della maggioranza del parlamento).
- I decreti attuati nello stato di emergenza, in ogni caso, decadono al cessare dello stato di emergenza (quindi, al cessare della pandemia o quando il parlamento decide di ritirare i poteri speciali al governo).
Proseguiamo e veniamo alle differenze che Pagella Politica intravede tra l’Ungheria e la Svezia.
Continuano i nostri di Pagella Politica:
“Rispetto alla Svezia sono dunque evidenti diverse differenze significative.
Innanzitutto, i “pieni poteri” di Orbán hanno un raggio di azione notevolmente più ampio di quelli dell’esecutivo svedese di Löfven. In secondo luogo le scelte del governo svedese, una volta adottate, devono comunque passare sempre per il Parlamento svedese. Cosa che invece non avviene in Ungheria”.
- Apparentemente vero, ma sbagliato: Orbán ha poteri più ampi solo perché si basano sulla costituzione Ungherese (nella quale, per altro, lo stato di emergenza esiste già dal 1949), mentre la Svezia è sprovvista di una simile normativa di rango costituzionale (come d’altronde l’Italia);
- Falso, come visto, che il governo svedese debba sempre riferire al parlamento. Inoltre, come detto, costituzione alla mano, il parlamento ungherese può sempre intervenire, autoconvocandosi.
“In terzo luogo, i poteri straordinari concessi al governo svedese scadranno a fine giugno 2020, mentre quelli di Orbán, al momento, non hanno scadenza”.
- Falso: al cessare dell’emergenza pandemica (cessazione che sarà decisa sempre dall’Oms), cesserà lo stato di emergenza in Ungheria. E in ogni caso, come detto, il parlamento può sempre considerare mutate le circostanze e quindi ritirare i poteri speciali.
“Infine non bisogna dimenticare il contesto politico in cui vengono concessi “pieni poteri” per gestire l’emergenza coronavirus.
In Svezia abbiamo già anticipato che la proposta di legge presentata dal governo di minoranza Löfven è stata approvata da tutti i partiti (inclusi diversi all’opposizione) eccetto uno, tenendo conto anche del parere di un’istituzione indipendente che si è espressa sulla validità legale delle nuove norme.
In Ungheria, nei suoi anni di governo Orbán – che controlla oltre due terzi del Parlamento […]”.
- Di nuovo: il consenso democratico radicato tra la popolazione, secondo Pagella Politica, è un pericoloso elemento destabilizzante. Secondo P.P. meno consenso ha il governo nel paese ed in parlamento, meglio è.
Arriviamo quindi al verdetto della “pagella”
“Abbiamo verificato e la leader di Fratelli d’Italia fa un paragone esagerato e largamente scorretto”.
- Falso, il paragone resta valido: il governo legittimo ungherese usa poteri straordinari all’interno del quadro costituzionale, ma dal momento che è tacciato di “sovranismo”, diventa un caso internazionale e il suo ampio consenso strumento di pericolosa sovversione;
Un altro governo, quello svedese, socialdemocratico e per giunta di minoranza, adotta una regolamentazione d’emergenza con simili connotati fondamentali (l’autonomia del governo dal parlamento), ma poiché di sinistra non fa notizia.
“È vero che il 16 aprile il Parlamento svedese ha concesso poteri aggiuntivi al governo di minoranza di Stefan Löfven per gestire l’emergenza coronavirus, ma sono di gran lunga meno “pieni” di quelli concessi dal Parlamento ungherese a Viktor Orbán a fine marzo 2020”.
- Resta da vedere se sono più pieni i poteri di un governo di minoranza che si muove nell’incertezza del suo stesso sistema giuridico (come riferisce lo stesso Consiglio legislativo svedese) o quelli di un governo che ha ampia maggioranza democraticamente eletta in parlamento e che si muove all’interno di precise norme costituzionali.
“Il governo svedese, fino a fine giugno 2020, può infatti approvare nuove limitazioni in settori specifici (come quelli della ristorazione e dei trasporti), ma le sue disposizioni devono comunque passare poi dal vaglio del Parlamento”.
- Falso, può ad esempio limitare anche la libertà di riunione, quindi agisce direttamente sulle libertà personali e senza necessità – lo ripetiamo – del parlamento.
“Questi nuovi poteri sono stati approvati con il voto di sette partiti su otto all’interno del Parlamento svedese, dopo che la proposta di legge dell’esecutivo è stata leggermente modificata tenendo conto del parere delle opposizioni e di un’istituzione indipendente.
In Ungheria, invece, Orbán può governare durante lo stato d’emergenza – che ad oggi non ha scadenza – solo per decreti, senza passare dall’esame del Parlamento, e per ambiti molto ampi. Ricordiamo poi che Orbán ha in mano oltre due terzi del Parlamento ungherese e che negli ultimi anni ha aumentato il controllo del suo esecutivo sugli organismi di controllo che regolano i pesi e contrappesi costituzionali nel Paese”.
- Come detto: la debolezza del governo svedese, che non ha manco una maggioranza, per Pagella politica è garanzia di democrazia. Il consenso democratico del governo ungherese invece è …antidemocratico.
“In conclusione, Meloni si merita un Pinocchio andante”.
- In conclusione rimandiamo a settembre Giovanni Zagni e la sua Pagella Politica. È già di per sé inquietante che un governo si avvalga di una task force antibufale da usare contro le idee dell’opposizione, se poi questa è composta da persone e strutture che svolgono le loro analisi in modo grossolano e fazioso, diventa un reale pericolo per la libertà di espressione.