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«La violenza sessuale di cui è stata vittima un’infermiera in pieno giorno a Napoli, ad opera di un senegalese, provoca sdegno e induce ad una serie di riflessioni». Lo afferma Imma Vietri, dirigente di Fratelli d’Italia. «Prima di ogni considerazione, come responsabile regionale del Dipartimento Tutela Vittime di FdI, insieme alla responsabile nazionale del Dipartimento Cinzia Pellegrino, voglio esprimere tutta la solidarietà e la vicinanza alla giovane donna violentata, che sta dimostrando grande forza nell’affrontare le conseguenze di questa dolorosa vicenda. Il suo racconto di come sono andate le cose ci porta direttamente in un tunnel dell’orrore, quello in cui l’extracomunitario l’ha trascinata e costretta a vivere per 45 minuti. E proprio da questo dobbiamo partire se vogliamo che simili drammi non debbano più ripetersi». Imma Vietri ricorda che appena pochi giorni fa il parlamentare di Fratelli d’Italia Antonio Iannone ha lanciato l’allarme sulla presenza di immigrati fuori da ogni controllo mentre erano ancora in vigore le restrizioni della Fase 1 dell’emergenza Covid-19. «Il nostro senatore – spiega l’esponente politica – ha segnalato come proprio a Napoli ci fossero immigrati in giro in gruppi senza che nessun rappresentante delle istituzioni intervenisse. Si tratta di persone che si sentono libere di fare ciò che credono in barba alle disposizioni governative. Dell’allarme inascoltato e della violenza sessuale, il senatore Iannone chiederà conto direttamente al Governo con una interrogazione parlamentare che depositerà nelle prossime ore».

Rispetto al caso specifico, Pellegrino e Vietri lamentano come tante cose non abbiano funzionato. «Il nostro augurio è che venga fatta piena luce su una vicenda così grave, ancor più perché avvenuta in una zona centralissima come corso Lucci, praticamente a ridosso della stazione centrale e di piazza Garibaldi. Auspichiamo che lo stupratore arrestato dalla polizia venga condannato al massimo della pena e che gli venga fatta scontare per intero e che venga accertato se l’extracomunitario abbia potuto contare su dei complici.Vanno sottolineati il coraggio e il senso civico dell’autista del bus che ha messo fine alla violenza, ma c’è qualcun altro doveva intervenire prima di lui. Lo stupro è avvenuto all’interno dell’area di Metropark che è dotata di un sistema di videosorveglianza. Le telecamere hanno consentito di inchiodare il senegalese alle sue responsabilità dopo che militari e poliziotti avevano già provveduto ad arrestarlo, ma viene spontaneo chiedersi perché nessuno sia intervenuto prima impedendo che la violenza si protraesse per questi “eterni” 45 minuti».

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