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“I boss mafiosi sono a casa, ed è arcinoto che nel sud la detenzione domiciliare sia interpretata come un sostanziale premio, cosi come tutti sanno che dalla propria abitazione i boss mafiosi hanno buon gioco attraverso rapporti di complicità per organizzare e gestire gli eventi criminosi.

Fin qui non c’è stata nessuna risposta rispetto alla scarcerazione dei boss che uscivano di galera mentre i cittadini perbene se ne stavano chiusi in casa, un fatto grave a cui si aggiunge un’altra notizia altrettanto inquietante. Il magistrato Di Matteo, ieri sera alla trasmissione ‘Non è l’Arena’, ha fatto sapere che il ministro della Giustizia non lo avrebbe nominato nel 2018 alla guida delle carceri italiane a causa dell’opposizione a questa eventuale designazione da parte dei boss mafiosi detenuti.

Ma a prescindere dalle esternazioni di Di Matteo, sulle quali aspettiamo ogni chiarimento, l’errore più grande è stato quello di non aver calcolato gli effetti delle decisioni prese sulle carceri non considerando le conseguenze che avrebbero avuto sulla grande criminalità.

Non intendiamo insinuare che vi sia connessione tra Bonafede e la mafia, ma delle due l’una: se non si è fatto condizionare dalla mafia, come gli rimprovera Di Matteo, è stato fin troppo superficiale dimostrando incapacità e inadeguatezza. E anche in questo caso si deve dimettere”.

E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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