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Ieri si è tenuto il Consiglio europeo e la nostra impressione è che l’Italia sia purtroppo uscita sconfitta da questo importante appuntamento. Noi avevamo apprezzato le parole del presidente del Consiglio Conte, che aveva detto di considerare un obiettivo per l’Italia in questo Consiglio europeo: no al Mes, sì agli eurobond. Il presidente Conte torna ieri dopo il Consiglio europeo e il Consiglio europeo ha deciso: sì al Mes, no agli eurobond.
Ciononostante, abbiamo assistito a molti comunicati stampa di giubilo e di entusiasmo da parte dei membri della maggioranza del Pd e del M5S. Per carità, è possibile che mi sbagli io. Se mi sbaglio io, noi oggi non abbiamo problemi. Se mi sbaglio io, stanno arrivando i soldi che ci servono ad aiutare le famiglie e le imprese di questa Nazione e io non posso che dire: bene. Ma se quei soldi non arrivano, vorrà dire che drammaticamente abbiamo ragione noi e che il Consiglio europeo si è risolto in un nulla di fatto.
Credo che sia sotto gli occhi di tutti il fatto che l’Europa ci sta spingendo in un angolo. Dall’inizio di questa pandemia l’Europa ha fatto di tutto per spingerci in un angolo.
Avere oggi un documento che dice che “il Recovery Fund, se ne parlerà ma vediamo più avanti”, che “gli eurobond in ogni caso non ci sono”, addirittura non viene citata la Banca centrale europea, il che vuol dire che il bazooka della Bce non è uno strumento strutturale per affrontare la crisi, il che significa che la Bce può smettere domani di comprare i titoli di Stato italiani. Ma in compenso c’è il Mes.
Tutti ci spinge verso l’attivazione del Fondo Salva-Stati e il Fondo Salva-Stati è una trappola per topi, anche drammaticamente nella sua versione cosiddetta “light”. Perché i prestiti hanno sempre delle condizioni come abbiamo detto. Infatti, il direttore del Fondo Salva-Stati qualche giorno fa ci ha chiarito, senza mezzi termini, che le condizioni light valgono fino alla fine dell’emergenza e che per loro l’emergenza finisce fra un anno. Pensiamo di restituire eventualmente 36 miliardi di euro in un anno? No. E se noi non restituiamo 36 miliardi di euro in un anno vuol dire che, tra un anno, mentre noi dobbiamo restituire ancora i soldi che ci hanno prestato, le condizionalità diventano condizionalità pure e ci entra la Troika dentro casa. Signori, è logica, non sono opinioni. È logica.
Che cosa significa quando ti entra la Troika dentro casa? Lo sanno bene i greci. Significa manovre lacrime e sangue, significa svendere tutti i propri gioielli, significa probabilmente essere costretti alla ristrutturazione del debito, significa il default delle banche, significa veder sparire i soldi dai conti correnti. Lo hanno visto bene i grec e io non ci voglio arrivare.
Questi scenari noi in questa Aula li conosciamo bene perché li abbiamo raccontati noi di Fratelli d’Italia. L’hanno ampiamente raccontati i colleghi della Lega e l’hanno raccontati anche i colleghi del Movimento 5 Stelle.
Ho condiviso molte delle dichiarazioni che ho letto in questi giorni. Ho condiviso quando la nota ufficiale del Movimento 5 Stelle diceva: il Mes è inutile e pericoloso, anche senza condizionalità. Di Battista dice: la Ue ci tende una trappola. La Taverna dice: quei 36 miliardi sono un’ipoteca sull’Italia. Sono d’accordo.
Non arrivo a ricordare che il programma del Movimento 5 Stelle prevedeva addirittura la liquidazione del Mes. Sono d’accordo con le dichiarazioni che ho sentito in questi giorni. Penso allora che sia quest’Aula a dover decidere.
Ed è la ragione per la quale noi abbiamo presentato questo ordine del giorno. È vero: non è detto che l’Italia debba accedere al Fondo Salva-Stati, non è detto che il fatto di aver detto sì ieri a quel documento significa che l’Italia sta attivando il Fondo Salva-Stati. Voglio credere alla maggioranza che mi dice che non intende attivare il Fondo Salva-Stati. Vorrei che lo potesse decidere questo Parlamento.
Abbiamo presentato un ordine del giorno sul quale non c’è possibilità di giocare: sì o no. L’Italia non attivi in nessun caso il Fondo Salva-Stati. Mi piacerebbe che questo Parlamento desse un segnale chiaro.
E mi voglio rivolgere ai colleghi del Movimento 5 Stelle. Ieri girava voce di una riformulazione e non vi hanno concesso neanche la riformulazione. L’idea è che i vostri alleati di maggioranza abbiano l’impressione di volervi, o vogliano, umiliarvi.
Ho letto “non ci facciamo dividere dalla Meloni, non cadiamo nella trappola della Meloni”. Sono disponibile a ritirare la mia firma su questo ordine del giorno. Sono disponibile a far si che la prima firma sia di un collega del M5S e dico: non vi dovreste dividere e dovreste votare compatti insieme a noi. Perché, signori, c’è un momento in cui la storia chiama. C’è un momento in cui la storia chiama. Molti di voi si sono candidati perché volevano fare la differenza, perché volevano fare la storia, perché volevano salvare l’Italia. Questo è il momento in cui potete farlo. Perché c’è un giorno in cui veniamo messi difronte ad un bivio e dobbiamo decidere con la nostra coscienza da che parte vogliamo stare. Noi non staremo dalla parte di quelli che vogliono svendere l’Italia e speriamo che siate con noi.

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