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“Un patto per lo sviluppo delle isole minori, un fondo perequativo per quei comuni che non raggiungeranno risorse sufficienti dall’IMU, stop alle fusioni tra piccoli comuni. Sono queste alcune delle richieste che sono arrivate ieri dalle associazioni ANCIM e ANCPI, che rappresentano rispettivamente i comuni delle isole minori e i piccoli comuni, in audizione in Commissione Bilancio congiunta di Camera e Senato. La realta’ dei piccoli Enti locali e’ di certo molto complessa e richiede risposte che la Legge di Bilancio non sta riuscendo a dare. Ne e’ una prova il fatto che il fondo di sviluppo per le Isole Minori pur essendo una buona iniziativa lodata da ANCIM, richiede tuttavia un emendamento che possa rendere la ripartizione di quei fondi piu’ snella, coinvolgendo solo i Ministeri e i rappresentanti dei Comuni coinvolti e non la Conferenza Stato-Regioni. Semplificazione e’ proprio la parola d’ordine che arriva da queste realta’, troppo spesso soffocate dalla burocrazia e dalla mancanza di personale, e che non riescono a trovare ristoro dal gettito fiscale considerato che parte di questo va allo Stato ma i servizi rimangono comunque a carico degli enti locali. Ai piccoli Comuni servono leggi e risorse adeguate e una maggiore flessibilita’ su argomenti quali bilanci, programmazione, appalti, personale. Piuttosto che rispondere a queste esigenze, il governo preferisce mettere 15 milioni di euro l’anno per favorire l’accorpamento dei piccoli Comuni. Cio’ risulta fuori da ogni logica perche’, come sottolineato dall’ANCPI, al momento sono solo circa 90 i comuni hanno optato per la fusione, se fosse stata la strada corretta, probabilmente avrebbe avuto piu’ popolarita’. Piuttosto che cancellare o fondere i Comuni, la Legge di Bilancio deve dare delle risposte che possano tutelare queste realta’ piccole solo nelle dimensioni geografiche, ma immense per cultura e tradizioni”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, capogruppo in Commissione Bilancio.

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