“Tutti e tre i leader sanno che in questa alleanza c’è un valore che va tutelato. Questo valore è la saldatura tra il popolarismo, rappresentato da Berlusconi con Forza Italia e il populismo o il sovranismo o la destra, chiamatelo come volete, rappresentato da Giorgia Meloni con Fdi e Salvini con la Lega. Questa è la cifra tipicamente italiana che ha consentito non tanto al centrodestra di governare quanto di far conoscere all’Italia la democrazia dell’alternanza”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli a Skytg pomeriggio in un confronto con il deputato del Pd Walter Verini.
E a proposito del proporzionale, Rampelli puntualizza: “Sono d’accordo con Verini nella volontà di preservare il sistema maggioritario. L’elezione del presidente della Repubblica in Italia non è possibile, ma almeno la designazione da parte dei partiti del presidente del Consiglio e della maggioranza che dovrà governare dovrebbe essere un dato compiuto. Del resto era la ‘rivoluzione’ fatta dall’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella con una legge elettorale che portava infatti il suo nome. Poi con il nuovo sistema fatto da Renzi, e votato anche dai nostri alleati, è stato abolito il premio di maggioranza ed è per questo che il centrodestra, pur avendo vinto le elezioni del 2018, non ha avuto la possibilità di governare”.
“Salvini ha convenuto che il maggioritario vada ripreso- ha proseguito- E quando si parla di ‘pieni poteri’ è evidente che ci si riferisca al desiderio di stabilità che l’architettura istituzionale italiana non garantisce a causa del bicameralismo paritario, la dilatazione dei tempi per l’approvazione delle leggi, il ricorso ai decreti legge, fino ad abusarne, utilizzati sia dal centrosinistra sia dal centrodestra”.
“Le riforme di Renzi e quella di Berlusconi- ha concluso Rampelli- attuavano il principio dei ‘pieni poteri’ per dare stabilità all’Italia”.