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Stralci delle dichiarazioni del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia a ‘Omnibus’  su La7. 

 

TEMPI DELLA CRISI

Se la crisi si è aperta ad agosto si deve chiudere ad agosto. La spaccatura tra Lega e 5 stelle non si è manifestata su temi di coscienza o bioetica ma sulla Tav, sulla modernizzazione dell’Italia, argomenti strategici sui quali il ministro Toninelli è stato più volte contestato. L’Italia dei sì e quella dei no hanno violentemente ricominciato a litigare. Resta l’amarezza di una crisi agostana che impedisce all’opinione pubblica di essere compiutamente  informata. È come quando Comuni approvano i piani regolatori ad agosto: c’è qualcosa che non va. I cittadini, le categorie produttive, i sindacati devono sapere e partecipare. Noi  ci auguriamo che si possa andare a votare senza le stucchevoli  intelligenze estranee alla democrazia che suggeriscono dai salotti quello che bisogna fare. Le elezioni europee hanno dimostrato che esiste una maggioranza bulgara del centrodestra e Zingaretti dovrebbe piantarla di dipingerla come un ‘rischio’. Governiamo già la maggior parte delle regioni italiane ed è evidente che non rappresentiamo un pericolo per nessuno.

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E IL GOVERNO DEL CONTRATTO 

Giova ricordare che già un anno e mezzo fa il centrodestra pur vincendo le elezioni non ebbe dal Capo dello Stato neppure il mandato perlustrativo agevolando il varo del governo del contratto Lega 5stelle. 

 

FORZA ITALIA

Oggi, nel caso in cui FI volesse virare a sinistra, le elezioni europee hanno dimostrato che Lega e Fratelli d’Italia possono essere autosufficienti.

 

RAPPORTI CON UE

La designazione del commissario è figlia di questa crisi. Speriamo possa essere la più autorevole possibile. 

Tutto coloro che hanno avuto responsabilità di governo, come Berlusconi e Renzi, hanno avuto un rapporto complesso con l’Europa con la quale si sono alternati momenti di collaborazione e momenti di tensione. Noi crediamo nell’Europa ma crediamo ancora di più che debba essere profondamente riformata. Bisogna essere pragmatici: chi governa ha il dovere di difendere gli interessi dell’Italia”. 

 

LODO BETTINI

Quanto suggerisce Bettini sono prove tecniche di inciucio. Bettini è stato protagonista di una stagione nella quale l’ex PCI alla prova del governo spaventava e quindi cercava soluzioni ‘morbide’ come quelle romane di Francesco Rutelli ed Enrico Gasbarra e quella nazionale di Romano Prodi. Si trattava di un partito di massa che doveva farsi accettare. Oggi gli ex-comunisti sono una parodia di quelli che volevano affermare la giustizia sociale e difendere i più poveri, sono diventati i ‘comunisti col Rolex’, un partito dell’élite finanziaria. Bettini non lo scrive esplicitamente nell’intervista al Corriere, ma quando evoca un Capo del governo di levatura internazionale sostenuto da PD e M5S sta di fatto annunciando il governo Draghi, magari con Giuseppe Conte commissario europeo. E che arrivi dal PD l’ipotesi di un’Italia nelle mani di un banchiere, sostenuto da due partiti perdenti, testimonia lo stato di coma in cui versa la sinistra italiana.

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