“Reintrodurre le province di Trieste, Pordenone, Gorizia e Udine e l’elezione diretta del presidente, rimediando alla scellerata riforma dello Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia-Giulia, voluta dall’allora presidente Serracchiani. Ritornare alle quattro province significa rispettare l’identità dei territori e garantire l’equilibrato sviluppo dell’intera Regione. La mia è una iniziativa di stimolo e di collaborazione con gli sforzi che sta facendo in questa direzione la Giunta Fedriga per mettere ordine in un settore messo sottosopra da 5 anni di riforme insensate e verticistiche e ridare voce ai cittadini”. A dirlo il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, che ha presentato in Senato un disegno di legge costituzionale che punta a modificare lo Statuto speciale della Regione nelle parti in cui, appunto, è prevista l’abolizione delle province.
“Quella del centrosinistra, continua l’esponente di FdI, fu una decisione avventata e precedette addirittura il risultato del referendum del 4 dicembre, con il risultato che adesso questa Regione – unica in Italia- si trova sprovvista di un ente che ha sempre svolto un ruolo importante e chiave. E questo vale ancora di più in questo territorio dove convivono popolazioni e sensibilità differenti, al punto che la nostra Costituzione ha previsto per la Regione FVG uno status speciale. Ma quello che è ancora più grave è che il superamento delle province ha portato alla nascita delle ‘Unioni territoriali intercomunali’, che non sono enti intermedi ma semplicemente delle unioni di Comuni. Il disastro di quella scelta si è palesato di fronte agli occhi di tutti anche in termini di conflitto istituzionale e di caos gestionale”.
“Per questo è indispensabile rimediare al danno prodotto da una riforma insensata, che non ha prodotto alcuna razionalizzazione delle spese ma piuttosto un peggioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi erogati”, conclude il presidente di FdI Senato.
Dona con Paypal o carta di credito
(Si ricorda che ai sensi della L.3/2019 per i contributi in denaro, complessivamente superiori nell'anno a euro 500,00, s'intende prestato il consenso alla pubblicità online dei dati del soggetto erogatore.)