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“La Cina si accorge, prima di noi, che l’Italia è uno snodo strategico per il passaggio di merci e muove alla conquista dell’Europa. Il ‘memorandum’ che il governo sembra voler sottoscrivere, una sorta di ‘Nuova via della seta’, prevede investimenti miliardari. La Cina, dopo essersi trasformata nella maggiore stazione produttiva del pianeta, non si accontenta di esportare, vuole conquistare l’intera filiera, dalla fabbrica al consumatore.

È alla ricerca di navi, porti, interporti, aeroporti, vettori di trasporto su gomma, vuole insomma vampirizzare il mercato euroasiatico più ricco, l’Europa, approfittando della sua inconsistenza politica e della sua divisione interna. Punta a determinare un nuovo assetto mondiale e intende farlo senza alcun processo di democratizzazione, dunque con inaccettabile arroganza. Ricordo che in Cina vige un regime comunista, le merci vengono prodotte sfruttando la manodopera minorile e negando diritti sociali e sindacali primari, ma anche i campi di lavoro forzato dove sono detenuti anche i dissidenti politici, i cosiddetti ‘Laogai’.

La verità è che l’Europa pare aver smarrito i propri valori comuni e abbia rinunciato al ruolo storico di avamposto della civiltà occidentale. Preda della grande finanza ragiona solo per immediate convenienze economiche, pronta a essere presa in giro dalle rassicurazioni sul rispetto del diritto europeo da parte dei cinesi che sarebbero contenute nel ‘memorandum’, diritto che invece è mortificato nei distretti produttivi in mano ai cinesi, di cui l’Italia è antica conoscitrice, come dimostrano i casi di Prato e del Rione Esquilino a Roma.

Se tengono ai diritti inizino ad applicarli a casa loro e cessino di prendere per il collo quei paesi, africani e non, indebitati per dominarli. È paradossale che il governo pentaleghista, che vuole bloccare la Torino-Lione e non accenna a portare l’Alta Velocità a Palermo, realizzando il Ponte sullo Stretto, si renda disponibile a cedere le infrastrutture e la logistica a una potenza straniera, per di più antidemocratica.

Ci viene in mente il Mar Rosso, uno straordinario patrimonio naturalistico sfruttato dai tour operator occidentali, dove agli egiziani è riservato il ruolo di camerieri… Ecco, vorremmo evitare che gli italiani a lungo andare facciamo i camerieri di Pechino”.

E’ quanto ha dichiarato Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, ospite stamane alla trasmissione ‘Coffee Break’ su La7.

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