Abbiate il coraggio di servire la polenta sulla tavola di legno e la zuppa nel coccio.
Non di quelle finte, fatte apposta per compiacere il turista ma quelle che si usano da sempre nelle nostre cucine.
Usate gli attrezzi che per tradizione e per antica sapienza da nostri avi sono arrivati fino a noi.
Gli stranieri vengono da noi per questo e sono molto più disponibili a imparare da noi di quanto immaginiamo.
Sono innamorati della nostra complessità e aspirano a conoscerla da vicino.
Fate loro corsi di cucina tradizionale, insegnate come si preparano i nostri piatti più complicati, spiegate loro la pazienza e la fatica che rendono le nostre preparazioni sublimi e ci adoreranno. Attraversano l’oceano per questo e sanno di non possedere l’antica sapienza che rende noi italiani così speciali.
Pubblicizzate i nostri abiti d’alta moda in italiano, abolite le espressioni in inglese, parlate la nostra lingua. Forse oltreoceano non la comprenderanno ma cercheranno di tradurre il significato delle nostre parole e le ripeteranno, perché il suono è elegante, musicale e esprime armonia.
Togliete le scritte in inglese, i fiocchi e i cuoricini di Holly Hobby, eliminate lo shabby chic, quella finta facciata anglosassone che non ci si addice e che rivela un assurdo mai sopito sentimento di inferiorità.
Se ci camuffiamo diventiamo una brutta copia di quello che siamo.
Mostriamo le nostre sfaccettature, le peculiarità delle nostre regioni, ognuna diversa dall’altra eppure tutte fedeli espressioni d’Italia. Forse non lo capiranno subito, sembrerà impossibile da accettare soprattutto a chi non possiede le categorie per comprenderci.
Ma non siamo noi che dobbiamo semplificare e rendere accessibile la nostra identità sono gli altri che se vogliono comprenderci devono comprendere il lungo percorso che ci ha portato alla nostra eccellenza.
Potremo sembrare bizzarri per le nostre tradizioni ma resteremo irresistibilmente affascinanti.
Abbiate coraggio perché questa è la nostra forza.
La Sovrana Bellezza siamo noi
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