«Juncker e Di Maio sembrano due facce della stessa medaglia perché entrambi sono nemici dello sviluppo. Lo scontro con l’Unione Europea da parte dell’Italia avrebbe meritato una manovra economica più seria: bisognava andare in Europa a dire che il deficit al 2,4% serviva a tagliare le tasse e a fare 20 miliardi di investimenti per le infrastrutture in Italia, non per pagare il reddito di cittadinanza e aumentare il debito. L’Europa avrebbe fatto una figuraccia se avesse detto di no. C’è una terza via tra il rigore cieco di Juncker e l’assistenzialismo senza freni di Di Maio ed è quella che noi abbiamo proposto alle elezioni: shock fiscale e investimenti pubblici».
Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nel corso della trasmissione “Circo Massimo” su Radio Capital.
«Questa legge di bilancio, che hanno scritto insieme a Bruxelles, ha praticamente ipotecato tutto la manovra del 2020 e questo non va bene: è una sconfitta per l’Esecutivo, che ieri abbiamo plasticamente visto al Senato con la fotografia di Conte accanto a Tria e Moavero. È stata un po’ la rappresentazione che la trattativa e la manovra in Europa fossero, alla fine, più figlie del Presidente Mattarella che non del governo», ha aggiunto Meloni.