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Piombino. La discarica di Ischia di Crociano si trova a 150 metri dal quartiere di Colmata  Fiorentina, a un chilometro  dal mare, di fronte all’Isola d’Elba, nei pressi delle spiagge di Baratti e della costa Est, la famosa “Sterpaia”, dell’oasi del WWF “Orti Bottagone” , zona di Protezione Speciale e zona RAMSAR.
 Nel 1997 in questa zona viene creata una discarica come impianto per il trattamento dei rifiuti urbani e speciali industriali che nel progetto dovrà avere un’altezza di 9 metri, dovrà produrre un misto cementato con gli scarti delle acciaierie confinanti e un concime verde dai rifiuti urbani.
La gestione è affidata alla società Asiu, società partecipata dai comuni della Val di Cornia.
In realtà l’impianto viene da subito adibito esclusivamente a discarica di rifiuti urbani e nessuna trasformazione viene mai operata.
Nel tempo la discarica viene ampliata fino a raggiungere le dimensioni di 32 metri, tanto che si impongono adeguamenti per le nuove dimensioni.
Questa enorme montagna di immondizia sprigiona gas che l’esiguo numero di pozzi di biogas , solo 16 anziché i 73 necessari previsti, non riescono a captare e così le esalazioni si disperdono nell’aria,  diffondendo nanoparticelle dannose per la salute degli abitanti della zona, al punto che qualche bambino accusa disturbi e finisce in ospedale.
Nel 2016 a Asiu subentra Rimateria, la discarica non tratta più rifiuti urbani che vengono smistati a Grosseto e i cittadini di Piombino sperano che la discarica si possa chiudere mandando gli operai nell’ATO SUD di Grosseto.
Ma la discarica viene mantenuta con il fine di bonificare il SIN, sito di interesse nazionale.
In realtà nessuna bonifica viene effettuata e i rifiuti speciali che vengono depositati provengono da due ditte di Livorno, la Lonzi e la RaRi ora sotto indagine della magistratura per traffico illecito di rifiuti.
Anche Rimateria finisce nel mirino della Procura e la discarica viene sequestrata per mancata aspirazione del gas prodotto e mancata regimazione delle acque meteoriche.
I cittadini esasperati dagli odori insopportabili che provengono dai rifiuti e preoccupati dei danni che le esalazioni producono alla loro salute si uniscono e formano il Comitato per la salute pubblica di Piombino che denuncia tra l’altro il progetto di ampliare la discarica di circa 2850000 metri cubi di rifiuti speciali, pari  a una volta e mezza quella attuale, un altopiano di rifiuti a 150 m dalle case e a 800 m dal mare.
Vengono raccolte 2700 firme contro l’ampliamento della discarica e il Comitato chiede di incontrare l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni ma la  Regione Toscana risponde che l’incontro non può avvenire proprio perché è in atto il progetto di estendere la discarica.
Un altro schiaffo ai cittadini di Piombino, un labirinto senza uscita.
Il Comitato non si ferma e scrive al ministro Costa denunciando che  l’ampliamento della discarica deturperebbe in modo irreversibile il territorio che ha grandi potenzialità turistiche, una costa tra le più belle d’Italia, un golfo mozzafiato circondato dalle colline toscane e importanti centri termali.
Ma si temono anche i danni alla salute  degli abitanti della zona per le esalazioni nocive e la contaminazione dei terreni agricoli.
Il Comitato chiede un intervento del Ministro con estrema urgenza perché già alcune aziende private sono interessate a acquistare quote di Rimateria per la gestione di spazi di oltre tre milioni di metri cubi di rifiuti speciali da conferire in un terreno demaniale in zona SIN.
Soltanto un intervento del Ministro che revochi la concessione demaniale potrebbe salvare Piombino dal deturpamento irreversibile del suo territorio.
Ma a oggi  dal Ministero ancora nessuna risposta.
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