“Su Milleproroghe è arroganza a 5 Stelle, una ‘fiducia da deriva autoritaria’ decisa addirittura prima del decreto legge, che invece è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio e quindi prima ancora che il presidente della Repubblica firmasse il decreto. Nel merito più che un Milleproroghe sembra #milleretromarce: dopo l’Ilva, ecco l’inversione a ‘u’ su scuola, Bolkenstein, vaccini, periferie, banche e terremoto… nel governo del bicefalo cambiamento spunta la testa di Renzi, stessi errori, stessa incapacità di ascolto. Sembra piuttosto imboccata precocemente la strada ingiusta del ‘del fallimento’ più che del ‘cambiamento’. Da nazionalpopolari ad autocrati chiusi nel Palazzo, con la piazza a contestare. Non bastano più gli scioglilingua e i rinvii, i cittadini volevano segnali immediati e il Milleproroghe era il giusto strumento per iniziare a battere qualche colpo, in alcuni casi a costo zero. E invece arriva il primo voto di fiducia, assai poco in sintonia con il ‘cambiamento’, con il no ai commercianti su aree pubbliche, ai diplomati magistrali, alla gente colpita dal terremoto, agli abitanti disagiati e insicuri delle periferie, ai risparmiatori truffati dalle banche…In 100 giorni di Governo più che davanti a un Milleproroghe sembra di stare di fronte a #milleretromarce”.
È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, componente della commissione Bilancio.