L’appello del vicepresidente della Camera accolto con favore dalla Treccani e dall’Accademia della Crusca
Secondo le ultime stime, entro 80 anni l’italiano sarà una lingua morta. Dal 2000 a oggi, infatti, l’anglicizzazione ossessiva ha fatto aumentare del 773% le parole inglesi nell’italiano scritto. La causa però non è dovuta solo all’abuso di vocaboli stranieri ma anche a una falla all’interno della nostra costituzione, che all’art. 6 cita solo il fatto che ‘la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche’ senza citare l’italiano come lingua ufficiale della Repubblica – si legge nell’articolo pubblicato oggi da Libero. A salvaguardare la lingua italiana come patrimonio prezioso da tutelare ci pensa il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che a marzo scorso ha presentato due proposte di legge affinché l’italiano diventi idioma ‘ufficiale della Repubblica’ e per chiedere l’istituzione di un ‘Consiglio superiore’ contro l’abuso di lingue straniere. Gli anglicismi secondo Rampelli si devono “all’intrusione di gerghi appartenenti al cinema e televisione, che dovrebbe responsabilizzare almeno la Rai, ma anche Mediaset e La 7, a una promozione della nostra lingua.
Poi c’è l’uso indiscriminato dei neologismi provenienti dal linguaggio burocratico e scientifico e l’infiltrazione seriale di parole mutuate dall’inglese, che negli ultimi decenni ha oltrepassato livelli di guardia. Perfino all’interno di leggi e decreti: jobs act, spending review, split payment…
A raccogliere l’appello del vicepresidente della Camera – si legge nell’articolo di Libero – i massimi competenti in materia, ovvero la Treccani e l’Accademia della Crusca. “Se il Consiglio superiore della lingua italiana previsto nella proposta di legge dovesse essere finalizzato alla valorizzazione della ricchezza della nostra lingua, soprattutto in ambito scolastico, potrebbe essere uno degli strumenti utili da promuovere” – ha commentato il direttore di redazione della Treccani; mentre il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, ha specificato che la “proposta di legge è interessante soprattutto come punto di partenza del dibattito”.
“È necessario rilanciare la missione culturale della Rai – ha ribadito il deputato di Fdi Rampelli – annunciando un convegno alla Camera sulla tutela della lingua italiana. Negli anni ’60 ha svolto un ruolo di unificazione linguistica con programmi appositi per la diffusione dell’italiano. Oggi ci troviamo con canali tutti in inglese, programmi con titoli stranieri, utilizzo massivo di parole straniere anche nei Tg. Si faccia come la Francia, che tra tanti difetti, testimonia il proprio orgoglio linguistico con leggi e politiche attive. Basti pensare che per dire computer usano il termine ‘ordinateur’. Spero – conclude – che si trovi la convergenza di tutti i gruppi parlamentari e le proposte siano presto assegnate in commissione”.