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“Il tema dell’immigrazione va affrontato in modo concreto e senza ipocrisie. Non siamo in condizione di ospitare  centinaia di milioni di persone che dall’Africa vorrebbero trasferirsi in Italia e non si può solidarizzare con i ‘penultimi’ ignorando gli ultimi, come sta facendo
quel circuito dell’accoglienza che per ragioni di business guarda i primi e ignora i secondi.
Lo spirito solidaristico vorrebbe che si indirizzassero attenzioni, energie, economie a coloro che in Africa non hanno soldi da dare ai trafficanti di uomini, né la forza fisica per attraversare il deserto e poi il Mefiterraneo. Parliamo di donne, bambini, anziani, disabili, gli ultimi appunto.
Ma molte Ong, d’accordo con le cooperative dell’accoglienza, preferiscono darsi appuntamento a poche miglia dalle coste con gli scafisti e alimentare questo esodo che impoverisce innanzitutto l’Africa.
Se i 5 miliardi l’anno fossero indirizzati lì produrrebbero risultati 100 volte superiori a quelli conseguiti in Italia, ma non sarebbero utilizzati da quel circuito.
Così come se, con accordi bilaterali e pattugliamento militare davanti alla Libia, riuscissimo a impedire ai barconi di salpare salveremmo migliaia di vite umane, ma non il portafoglio di coloro che dichiaravano: “si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga”… L’unica soluzione è creare sviluppo, occupazione, salute in Africa, continente potenzialmente più ricco del pianeta e garantire il diritto a non espatriare, stroncandone lo sfruttamento da parte del mondo occidentale ” – così il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, intervenuto stamane al programma Coffee Break in onda su La7.
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