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“La globalizzazione ormai non ha più il consenso democratico dei cittadini, anche a causa degli approcci dogmatici e servili verso la grande finanza dei governi europei e occidentali, in testa quello tedesco. Il presidente americano Trump, tra mille errori, una cosa buona l’ha fatta: rilanciare il protezionismo per difendere la produzione, l’occupazione, le famiglie americane. L’Italia e l’Europa dovrebbero seguirlo, diversamente da quanto dichiara la cancelliera tedesca, non sulla strada del protezionismo becero di stampo nazionalista che spesso è degenerato in sanguinosi conflitti, ma sulla difesa del modello occidentale. Proteggere la nostra civiltà e le sue conquiste millenarie: il diritto al lavoro, alla salute,  alle libertà elementari dell’uomo, alla difesa dei minori e dell’ambiente, al benessere, a uno stato sociale equo e solidale, l’esatto opposto delle pratiche adottate in Cina e in molti altri paesi emergenti che fingono di aderire al libero mercato per mero interesse, senza aderire ai precetti occidentali e invadendo i nostri mercati interni e continentali di prodotti realizzati con la concorrenza sleale. Sono stati cattivi esempi mai sanzionati, al punto che tante aziende europee hanno deciso di trasferire li i loro stabilimenti, creando disoccupazione e impoverimento. Sempre in omaggio alla finanza corre parallelo il processo di robotizzazione della catena produttiva, addirittura incoraggiata dai fondi europei… Della serie: investo su soldi pubblici per creare nuova disoccupazione invece che per capire come difendersi socialmente  dalla digitalizzazione e dalla robotizzazione. Insomma, il pensiero turbo liberista fautore dell’attuale depressione economica incarnato dalla Merkel, non è appagato e punta a mettere in ginocchio i popoli europei”. È quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli a Radio Anch’io intervenendo  sulle posizioni  espresse ieri dalla cancelliera tedesca Angela Merkel  sul protezionismo inaugurato dal presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump.

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