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“Avevo avvertito che questo convegno rischiava di trasformarsi in una passerella per  le autorità che di periferie non capiscono assolutamente nulla e neppure sanno dove si trovino. Mi avevano dato garanzie sulla capacità di ascolto degli autorevoli ospiti. È stato esattamente come previsto. Il ministro dell’Interno Minniti ha fatto un intervento di 55 minuti senza dire nulla di concreto. Nulla su sicurezza, roghi, occupazioni abusive, sradicamento dell’illegalità. Dopo aver parlato di filosofia e terrorismo, finito l’ostruzionismo, non si è degnato neppure di ascoltare e se ne è andato via. È l’attuale governo che porta la responsabilità politica e culturale del collasso dello Stato nelle periferie italiane. E invece di ammettere gli errori hanno speculato sulla sofferenza di milioni di cittadini che aspirano solo a una migliore qualità della vita e alla tutela della propria salute. Così mentre l’astrazione vetero comunista si attardava in considerazioni sociologiche la commissione bilancio ha bocciato l’emendamento per finanziare l’invio dell’esercito nei campi nomadi per bloccare i roghi tossici. Impegno preso dal ministro in persona nel corso di un’audizione in commissione. Bugiardi e inconcludenti”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, componente della commissione d’inchiesta sulle Periferie, intervenendo al convegno organizzato dal presidente Andrea Causin.
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