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“Di questo intervento a gamba tesa, legiferando attraverso un disegno di legge delega, la cui funzione legislativa conferisce potere di vita e di morte al Governo nei riguardi delle imprese turistico-balneari, ebbene proprio non ce n’era bisogno. In Italia le concessioni demaniali e marittime sono da decenni tramandate di padre in figlio, di generazione in generazione. La direttiva  Bolkestein non tiene conto delle specificità delle coste italiane, che non possono in alcun modo essere equiparate a quelle del mare del nord Europa. A questo Governo manca la spina dorsale. Non è capace di difendere le proprie aziende al cospetto dell’Europa. E parliamo di uno dei pochissimi settori che ha resistito alla crisi mondiale. Come è possibile pensare di mettere anni di esperienza e lavoro improvvisamente all’asta? Per non parlare del rischio di conflitto di competenza con le disposizioni regionali, a causa della sovrapposizione di norme contenute che alimenteranno cause e contenziosi tra Stato e regioni, rallentando pertanto la macchina burocratica amministrativa, in tema di rilascio di concessioni demaniali marittime, in quanto, così com’è mal predisposto il provvedimento, rischia di rideterminare un doppio binario. Un settore in cui operano circa 30 mila imprese balneari, circa l’85 per cento a conduzione familiare e oltre 100 mila lavoratori, che raggiungono quasi 300 mila unità, comprendendo l’indotto, che da un decennio non è stato accompagnato da un’adeguata azione legislativa. Si tratta di aziende balneari che rappresentano circa il 10 per cento del PIL turistico del nostro Paese, che quindi rappresentano una grossa fetta di economia del nostro Paese”. È quanto ha dichiarato in aula la deputata di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Giovanna Petrenga motivando il voto contrario di Fdi-An.

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