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«Nel nome della nostra storia, dei nostri valori e della nostra tradizione, mi sento di rivolgere un appello alla Fondazione Alleanza Nazionale affinché si renda disponibile nei confronti della famiglia Fattori per contribuire – in tempi rapidi e nel rispetto di tutte le vigenti normative anti-sismiche – alla ricostruzione della casa di nonna Peppina sul terreno di sua proprietà.

Contestualmente rivolgerò anche al Governo e alle Istituzioni competenti un appello per fare in modo che almeno le autorizzazioni alla ricostruzione della casa di nonna Peppina vengano concesse nel minor tempo possibile. È nostro compito essere vicini a nonna Peppina, mentre gli altri sono troppo occupati in Parlamento a decidere come spartirsi le poltrone alla prossime elezioni. È nostro compito essere vicini a tutti quegli italiani abbandonati da chi non conosce i problemi dell’Italia reale»

È quanto si legge nella lettera inviata dal presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni alla Fondazione Alleanza Nazionale e ai nuovi consiglieri di amministrazione e pubblicata dal quotidiano www.secoloditalia.it

«In queste ultime settimane – scrive Giorgia Meloni – le cronache ci hanno raccontato la storia di Giuseppina Fattori, terremotata della frazione di San Martino di Fiastra in provincia di Macerata sfrattata a 95 anni dalla casetta di legno che i suoi familiari le hanno costruito non molto lontano dalla casa diventata inagibile per colpa del sisma che 14 mesi fa ha colpito il Centro Italia.

Giuseppina, conosciuta ormai da tutti gli italiani come nonna Peppina, è stata sfrattata perché la sua casetta di legno è stata dichiarata abusiva per il mancato rispetto di un vincolo paesaggistico. La storia di nonna Peppina è l’emblema dell’Italia che non funziona, di uno Stato bloccato e stritolato dalla burocrazia, incapace di risolvere i problemi concreti dei suoi cittadini. Nonna Peppina ha chiesto aiuto a tutte le Istituzioni e ha rivolto persino un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ma l’appello è caduto nel vuoto e questo silenzio fa molto male».

«Tutto quello che nonna Peppina desidera è vivere gli anni che le rimangono nel paese in cui ha trascorso quasi tutta la sua vita. Niente di più – prosegue il presidente di Fratelli d’Italia – Un diritto che oggi le viene negato da un Governo che, intanto, fa lo sciopero della fame per la cittadinanza agli immigrati. E se lo Stato, le Istituzioni e il Governo si sono girati dall’altra parte, noi non possiamo farlo. Perché difendere il diritto di nonna Peppina vuol dire difendere i diritti degli italiani e, segnatamente, dei più deboli tra loro. È questo, da sempre, il DNA della destra italiana».

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