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«Siamo donne “nate dalla parte sbagliata”, il femminismo ideologico ha ritenuto che la corsa di Marine non fosse meritevole di solidarietà. Mi dispiace, mi colpisce, ma non mi stupisce. Una presidente di Francia donna sarebbe stata una bella rivoluzione. Non ci resta che sperare che si possa fare in Italia».
Dice il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni in una intervista al corriere.
«In Francia il vero voto della paura è stato quello per Macron. Paura che lei rivoluzionasse lo status quo. Il risultato della Le Pen è storico. C’era un accerchiamento, eppure milioni di elettori l’hanno scelta. Quando i temi sollevati dai sovranisti si impongono è già una vittoria. In Olanda Rutte ha rincorso Wilders, in Francia Fillon ha rincorso Le Pen. E cosa fa in Italia Minniti sull’immigrazione? Rincorre noi».
«In Italia la situazione è diversa da quella francese. Qui non c’è incomunicabilità tra populismo e popolarismo. Non mi è sfuggito che Berlusconi, a differenza del Ppe che era schiacciato su Macron, non abbia preso posizione. Certo, ha detto che la Le Pen è lontana da lui, ma è un uomo intelligente, capisce la società. Ci sono milioni di persone che non si sentono rappresentate e a cui non importa più nulla delle etichette. E Berlusconi coglie il cambiamento. Se saremo insieme alle elezioni? Se divisi noi di FdI passeremmo da 10 a 40 parlamentari. Ma io voglio governare, non sopravvivere. Chiamo la nostra proposta sovranismo di governo. Siamo gli unici – Berlusconi, Salvini e io – che possiamo dare ai cittadini una proposta credibile che dica: prima gli italiani, il loro lavoro, i nostri confini. Non lo può fare Renzi, non lo possono fare i Cinquestelle. Berlusconi mi fa i complimenti? Li fa come soggetto politico e ne deduco che non siamo così distanti. Io ho posizioni decise che esprimo in punta di fioretto», continua Meloni.

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