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«Dalla Francia arriva un avviso di sfratto all’establishment e a chi governa l’Ue, al potere consolidato delle due grandi famiglie politiche europee, PPE e PSE con i socialisti che in particolare sono stati asfaltati, mentre i gollisti mantengono percentuali più presentabili perché Fillon ha scimmiottato le parole d’ordine della Le Pen come sovranità e rigore sull’immigrazione. E il dato è che le questioni cosiddette populiste non sono più un tabù, ma sono al centro del dibattito politico. I populisti dettano l’agenda perché i loro contenuti sono quelli sentiti dalla gente. E questo era accaduto anche in Olanda».
Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni in una intervista a Il Giornale.
«Attorno a Macron si sta delineando un inciucione che ne comprometterà il tentativo di rompere gli schemi. Tajani è un appassionato della materia.Ma Le Pen riesce a parlare anche a un vasto elettorato di sinistra. Non dimentichiamo che la globalizzazione e l’immigrazione incontrollata colpisce soprattutto le fasce più deboli. Reazione In Italia? l’elemento più paradossale è Renzi che festeggia come se lui fosse Macron, mentre non ha capito che lui è Hollande. La frammentazione francese suggerisce all’Italia il premio alla coalizione? Sì, è necessario semplificare il quadro. Ma per andare in coalizione questo voto ci dice che serve un accordo chiaro sui programmi con attenzione massima a ciò che chiede il nostro popolo. Bisogna avere l’umiltà di ascoltare la gente», spiega Meloni.

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