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di Romana Fabiani

La lobby del mattone e del pallone mandano all’aria un altro pezzo della sgangherata giunta Raggi. Paolo Berdini non si è fatto cucinare a fuoco lento e ha anticipato le mosse della sindaca di Roma, dopo averla messa alla berlina con la storia della relazione con il suo ex capo-staff indagato, Salvatore Romeo. Motivo ufficiale dell’addio, stavolta definitivo, dell’assessore all’Urbanistica capitolino, il sì allo stadio della Roma da collocare nell’ex ippodromo di Tor di Valle che Berdini aveva bocciato fin dall’inizio. «Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze e idee. Mentre le periferie sprofondano in degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma». Parole dure che hanno molte letture tra le righe. Chi prenderà il suo posto? Per ora la sindaca ha avocato a sé le pesanti deleghe di Berdini e aspetta indicazioni (ordini da Beppe Grillo).

La lobby del mattone dietro l’addio di Berdini

Il pomo della discordia dunque si chiama Stadio  della Roma, il nuovo impianto sportivo per il quale l’As Roma ha con il Campidoglio un accordo che risale al 2014, si tratta di un faraonico progetto della società di James Pallotta al quale  la giunta Marino aveva dato il proprio assenso perché ritenuto “di interesse pubblico” ( che il 3 marzo, a meno di colpi di scena, riceverà l’ok definitivo dall’amministrazione a Cinqustelle). Una sorta di guerra degli stadi per compiacere le lobby del mattone e le speculazioni edilizie senza curarsi dell’impatto ambientale. Nessuno ragiona sulla domanda di stadi per la Capitale e per i cittadini, in una città che ha già due stadi, lo stadio Olimpico e lo stadio Flaminio, in condizioni pietose.

Rampelli: decidano i tecnici

«Solo in Italia ci vogliono 5 anni per stabilire se e quanto è esondabile un terreno, come fossimo in Burundi, come non avessimo apposite cartografie a certificarlo. Solo qui uno stadio di queste dimensioni in una zona ad alluvionamento controllato diventa oggetto di  un mercato delle vacche delle cubature per vedere chi è più potente tra Berdini e Parnasi (il costruttore romano ex proprietario dei terreni ndr) con il sindaco Raggi che prova a immedesimarsi nel ruolo dell’ex arbitro Collina», è il commento di Fabio Rampelli, architetto e capogruppo diFratelli d’Italia alla Camera. «Sono i tecnici e non sindaci e assessori a doversi prenderela responsabilità del verdetto, rispondendone sul piano civile e penale. Se si può fare bene, ne saremo tutti entusiasti, se non si può fare va trovata semplicemente un’altra area dove realizzarlo». Se ci fossero problemi di sicurezza e il terreno fosse destinato a cedere come quello confinante che sta inghiottendo la Nuova Fiera di Roma – conclude Rampelli – occorre guardarsi intorno e garantire all’As Roma e ai suoi tifosi il diritto ad avere uno stadio altrove».

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