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“Pochi soldi e nessun intervento strutturale che inverta la tendenza alla denatalità e sostenga efficacemente i nuclei familiari”. Questi i motivi per cui Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An della Sardegna, non ha firmato la proposta di legge sulla Famiglia presentata oggi in Consiglio regionale.

“Da sempre mi sono battuto per riportare le politiche a sostegno della famiglia al centro dell’azione politica – spiega – e ho collaborato con il resto dei colleghi in Consiglio per una legge organica a riguardo, ma gli interventi proposti e il finanziamento su cui dovrebbero reggersi sono veramente poca cosa”.

Insufficienti i 5 milioni di euro di dotazione della legge, secondo l’esponente del movimento di Giorgia Meloni. “Nella scorsa finanziaria – ricorda – avevo chiesto fossero messi in bilancio 50 milioni di euro (meno dell’1% dell’intera manovra) soltanto per l’istituzione di un bonus natalità fino al quinto anno di vita del bambino. Ora con 5 milioni si pensa di dare un contentino, poco più che un’elemosina, alle tante famiglie sarde, numerose o meno, che soffrono per la lunga crisi economica e sociale della nostra terra”.

La proposta di legge appare debole perché ancora una volta considera la famiglia come soggetto passivo e non attivo, secondo Truzzu, e in particolare non contiene alcuna proposta per combattere la crisi demografica e promuovere politiche per la natalità.

“Avere un figlio non deve mai essere un lusso, ma un’opportunità per tutti – ribadisce – e la famiglia va intesa come soggetto sociale da promuovere, non solo come soggetto debole da assistere, essendo capace di fornire servizi, curare i più deboli, servire da ammortizzatore economico nella straordinaria situazione di crisi che attanaglia i nostri territori. Per cui – conclude l’esponente d’opposizione – investire su di essa deve essere un modo per rilanciare dal basso l’economia dell’Isola e provare a invertire l’attuale tendenza alla denatalità e allo spopolamento”.

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