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“Nel  2006 il governo italiano riuscì a delimitare una vasta area a rischio  sismico e furono individuati circa 3000 Comuni italiani nelle zone ad alta vulnerabilità. Tra questi ce ne sono ben 800 a grave rischio sismico. Lo Stato avvisò quindi qualche milione di cittadini che la loro vita era in pericolo. Ebbene, da allora nulla è stato fatto. Uno Stato che voglia adempiere ai propri  doveri costituzionali ha l’obbligo di tutelare la sicurezza delle famiglie. Col terremoto del 24 agosto, abbiamo scoperto l’acqua calda. La vulnerabilità del nostro territorio, la mancanza di collegamenti infrastrutturali, l’inefficienza dei collegamenti telefonici della rete fissa e mobile. Si tratta di questioni centrali che abbiamo inserito nella nostra mozione, approvata dalla Camera col parere favorevole del governo. Vorremmo sapere che fine hanno fatto questi impegni dell’Esecutivo che ribadiamo: imporre ai gestori della telefonia mobile l’adeguata copertura wi-fi delle zone a rischiisismico. Non può esserci soltanto una logica economica quando si ottengono concessioni dallo Stato. Il piano di sicurezza infrastrutturale viaria: conosciamo le difficoltà dei collegamenti viari di quella dorsale appenninica, ed è per questo che pretendiamo  sia  la conclusione dell’ammodernamento della Salaria, sia  la costruzione di aeroporti ed elioporti. Infine lo sviluppo economico per evitare lo spopolamento di quelle zone e la cancellazione della memoria storica: avevamo chiesto, anche attraverso emendamenti alla legge di bilancio, una no tax area per consentire la rinascita dell’economia e la rivitalizzazione del tessuto urbano e storico. Tutto questo significa associare alla necessità  dei soccorsi immediati quella della prevenzione e della messa in sicurezza del territorio”.  E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli intervenendo in aula sul dl terremoto.
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