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«Le manfrine finiscono: è il tempo della chiarezza. Per far parte di una determinata metà campo non basta dichiararlo ma bisogna dimostrarlo. Se all’atto pratico si va sempre a dare un aiuto all’avversario c’è un problema. Penso che la campagna elettorale per il referendum e quello che accadrà dopo il 4 dicembre siano un’indicazione definitiva sul futuro. Abbiamo visto molte volte, purtroppo, venire con noi in piazza alcuni che poi hanno fatto cose incomprensibili. Ad esempio non sfugge a nessuno che se alle amministrative di Roma fossero state fatte scelte diverse Renzi non sarebbe arrivato al ballottaggio nella Capitale d’Italia e oggi staremmo in un’altra situazione. Ho detto e ribadisco: il giorno dopo la vittoria del no al referendum chiunque pensi di prestare il proprio sostegno al quarto governo di fila non scelto dagli italiani, non potrà più essere nostro alleato. Su questo punto mi pare che ci sia un’ampia convergenza e che anche Salvini sia d’accordo.».

Le ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, intervistata questa mattina da Radio Padania. Parlando del “Tour della sovranità” che domani alle ore 17.30 farà tappa al “Teatro della gioventù di Genova”, il leader di FdI ha aggiunto: «Siamo diventati grandi, madri e padri ed è bene prenderci le nostre responsabilità: siamo noi gli unici che possono presentare una proposta seria di governo alla nazione che sia fondata sul principio di rimettere al centro la nostra comunità e i suoi bisogni.

La sfida sovranista è un’opzione che non può essere rappresentata dal movimento cinque stelle perchè i grillini e il Pd sono due facce della sinistra. Per rendersene conto è sufficiente vedere che sulle questioni centrali come la gestione dei flussi migratori, la pensano esattamente allo stesso modo».

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