Davvero singolare che dal Ministro Franceschini all’Assessore Meloni fino al Presidente della Commissione Commercio Coia del M5S facciano tutti l’ammuina su chi voglia cacciare gli ambulanti dal centro e poi propongano, tra l’entusiasmo e la determinazione sinceramente eccessive dei colleghi di maggioranza e di alcuni d’opposizione, di far fare il bando alla Giunta capitolina copiando quello municipale dello scorso anno che la stessa amministrazione aveva ritirato in autotutela.
Singolare, perché basta leggersi la sentenza del Tar del 5 Settembre scorso a riguardo per scoprire che quel bando era fatto male e che avrebbe dovuto garantire la massima concorrenza, ma non facendolo è stato ritirato in extremis dagli uffici per non far finire in Procura chi lo aveva approvato.
All’epoca divenne un caso nazionale addossato al PD e fa ridere che oggi la Presidente Alfonsi e la sua giunta se ne lavino le mani dopo che per anni hanno garantito la festa della Befana allo stesso modo e che il M5S siano divenuti i più determinati paladini di quel bando stesso .
Dal Movimento sociale, ad Alleanza nazionale, poi PDL e oggi Fratelli d’Italia An abbiamo sempre difeso le tradizioni popolari e sostenuto il rinnovamento del bando e della festa ormai scaduta a livelli miserrimi.
Crediamo che con questi tempi non si possa far altro che fare un bando semplice, ma che pur tenendo conto della anzianità gli assegni un punteggio basso e non i 40 punti oggi previsti, aumentando il punteggio della qualità in modo che sia questa a prevalere sulla anzianità che è sì un requisito previsto, ma può non essere prevalente.
Per quanto riguarda gli ambulanti e i camion bar abbiamo molto rispetto di chi lavora in quel contesto usurante, ma riteniamo che le Associazioni debbano prendersi la responsabilità storica di aver introdotto per primi nei confronti del commercio tradizionale criteri di deregulation tipici della Bolkestein che giustamente oggi contestiamo insieme ma di cui inevitabilmente sono “figli “.
Andiamo, infatti, dall’introduzione di lavoratori extracomunitari- disposti a lavorare sotto costo e con orari e prassi inaccettabili per noi- alla vendita di merce di provenienza cinese, indiana o dell’europa dell’est senza controlli sui materiali e la qualità.
Di che parliamo quindi ?
I nostri centri storici devono essere liberati dai camion bar che sono l’orrido urbano e speculano sui turisti. Per tutelare il lavoro occorre un piano generale nuovo che stabilisca cosa si può vendere, come e dove in accordo con le categorie ma senza lobby e ricatti.