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«Apprezzo l’impegno messo in campo da Forza Italia per il no al referendum ma se dopo il voto qualcuno fosse tentato dall’ennesimo governo dell’inciucio, il fronte anti-renziano che stiamo provando a costruire non potrebbe esistere più. Parisi? Ha un curriculum aziendale di tutto rispetto ma dal punto di vista politico non ho trovato la sua campagna elettorale la migliore in assoluto: era più facile per lui vincere a Milano di quanto non lo fosse per la Appendino vincere a Torino. Talvolta mi da l’impressione di volersi collocare in un’area politica della quale un po’ si vergogna e non mi sembra una strategia vincente. Sono rimasta colpita dalla sua considerazione su Renzi che dovrebbe restare a Palazzo Chigi nonostante l’eventuale sconfitta al referendum: è stato Renzi a dire che il voto sulle riforme avrebbe rappresentato anche un pronunciamento popolare sulle sue politiche, dalle norme sulle banche all’immigrazione. Se uno crede che Renzi debba restare al governo, tanto vale faccia campagna per il sì e tentare di mettere in piedi l’ennesimo inciucio costituirebbe una scelta definitiva. Con il sostegno a un Renzi-bis l’alleanza non esisterebbe più: è troppo facile fìngere di essere alternativi al Pd nei momenti di tranquillità per poi schierarsi con l’avversario quando è l’ora della battaglia: vedi il caso Roma».

È quanto ha detto nell’intervista rilasciata al Quotidiano Il tempo il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

«Ad Arezzo ho riunito tutti gli esponenti del centrodestra che si sono schierati sinceramente per il no al referendum e ho voluto privilegiare chi rappresenta un modello di governo vincente sul territorio. Il messaggio è che anche noi vogliamo una coalizione più ampia possibile ma credibile, che si formi sulle idee e non sugli interessi di Palazzo: le accozzaglie opportunistiche non funzionano e il caso Marchini lo insegna. Alfano? Le sue interviste sono sempre più surreali. Fa il ministro quasi ininterrottamente dal 2008, sono cambiati cinque governi e lui è quasi sempre riuscito a mantenere la poltrona. Sarebbe moderato se al governo ci fossero i moderati, populista se ci fossero i populisti, grillino se ci fossero i 5 Stelle. Ha portato il suo partito all’l%. Zero consenso, solo giochi di palazzo. Non è l’opzione politica che mi interessa. Non ci sono due centrodestra ma una parte del vecchio centrodestra che governa con la sinistra. E stare in un governo significa condividerne le scelte, dall’abolizione del reato di immigrazione clandestina alle unioni civili. Queste politiche non fanno parte del mio bagaglio valoriale. FdI rifiuta il racconto di un’Italia dove l’unico scontro possibile è tra Renzi e i 5 Stelle. Le nostre idee restano in campo e, quando riusciamo a ben rappresentarle, sono anche maggioritarie nella Nazione», ha spiegato Meloni.

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