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Per fare un passo avanti nella costruzione di un centrodestra più vicino ai cittadini, partendo dal territorio.

Per dire un «no» senza riserve alla riforma costituzionale di Matteo Renzi proponendo però idee e ricette alternative. Per arricchire di contenuti la piattaforma di un’opposizione che si prepara all’appuntamento del voto, in qualunque momento arriverà.

Per tutto questo Giorgia Meloni, dopo il grande freddo delle settimane che hanno scandito e seguito la campagna elettorale di Roma che ha visto il centrodestra frantumato, torna sulla scena tendendo la mano agli alleati ma anche «a tutti quelli che si oppongono alla riforma di Renzi» con un’iniziativa che sarà battezzata sabato ad Arezzo: la nascita del Comitato referendario «No grazie».

Non esiste già un Comitato unitario per il No che vede assieme i partiti del centrodestra? «Si, presieduto da Annibale Marini, e l’iniziativa si inserisce in questo contesto».

In cosa si differenzia? «Che qui si parte dal territorio. Ad animare il Comitato, tutti insieme ad Arezzo, saranno i presidenti di Regione, i sindaci, i consiglieri, gli amministratori a tutti i livelli che si oppongono a questa riforma e che vogliono far sapere ai cittadini perché è sbagliata, perché li coinvolge e perché va cambiata».

Mettere in prima fila loro e non i politici ha un motivo anche di «immagine»?«Non c’è dubbio che ci fa piacere far capire all’elettorato che il centrodestra non è solo quello che si vede nei volti noti ma anche in una classe dirigente che lavora benissimo sul territorio, nuova, con energie fresche, che ha tante cose da dire. Ma è anche per non fossilizzare il dibattito referendario solo sul futuro della classe politica, con Renzi pronto a dire che chi vuole il no lo fa per la “poltrona”. È falso, e gli spiegheremo perché».

Chi parteciperà all’iniziativa? «Siamo pronti a accogliere tutti, di qualunque partito o lista siano, che non condividono la riforma. Ad Arezzo comunque ci saranno, oltre a me, e a Salvini e Fitto, i nostri presidenti di Regione da Toti a Maroni, sindaci di FI, Lega e Fdi di Savona, Grosseto, Novara, Padova, Ascoli, Lecce, Chieti, ma anche Di Piazza di Trieste, Brugnaro di Venezia, solo per citare i Comuni capoluogo. Saremo tanti, c’è un manifesto con centinaia di firme».

Quali sono le ragioni del no che il Comitato porterà ai cittadini? «I sindaci e gli amministratori spiegheranno quanto questa riforma non aiuti il loro lavoro quotidiano. È stata una grande occasione persa per rendere più snello lo Stato centrale e ridare potere a un vero federalismo municipale, quello più attento alle necessità dei cittadini. Ma quello che sosterremo è anche che la riforma, assolutamente pasticciata, avrebbe invece dovuto andare oltre, magari anche toccando la prima parte della Costituzione su punti cruciali come la possibilità di prevedere un tetto alla tassazione, o di votare sui trattati internazionali che limitano la nostra sovranità».

In nuce, sembra una piattaforma politica nazionale per il centrodestra. «Anche, certo. Vogliamo dimostrare che esiste un centrodestra che può stare in partita, che ha una proposta politica credibile. Certo, nella chiarezza e senza ambiguità. L’iniziativa è aperta a chi si oppone alle politiche di Renzi, visto che Siamo pronti ad accogliere esponenti di ogni partilo Vogliamo dimostrare che la nostra area può stare in partita, con una proposta politica credibile anche su quelle lui chiede, con calcolo suicida, di votare. Chi sta con noi, ricostruendo dal basso come vogliamo fare, non è chi fa favori a Renzi: gliene sono stati fatti fin troppi…».

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