Donzelli e Sensi (Fdi) denunciarono tutto dal 2007: “Oltre cento persone nell’inchiesta, fra cui Bacci e Moretti: il Presidente del Consiglio chieda scusa”. “Fu autorizzato e fatto partire dalla Provincia di Firenze guidata da Matteo Renzi l’iter per la realizzazione del centro di rottamazione ‘Il Ferrale’ di Firenze. Una vicenda per la quale si apprende oggi sono indagate oltre cento persone, di cui molte per gestione abusiva di rifiuti. Renzi, che voleva rottamare la politica, non è riuscito neanche a rottamare le auto, producendo un mostro di cui tanti si sono approfittati”. Così commenta la vicenda il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Giovanni Donzelli insieme all’allora consigliere provinciale di Alleanza Nazionale Guido Sensi. I due denunciarono nel 2007 varie anomalie dell’opera, presentando anche un ricorso al Tar sulla sua realizzazione.
“E’ curioso rilevare come fra gli indagati figurino nomi associabili al nome di Matteo Renzi – sottolineano Donzelli e Sensi – come Andrea Bacci, l’amico che finanziò l’attuale premier ai tempi della prima corsa alla segreteria Pd, tirato in ballo oggi come legale rappresentante della partecipata fiorentina per l’illuminazione Silfi, alla cui guida era stato nominato proprio da Matteo Renzi. Lo stesso Bacci è, insieme ai soci di Tiziano Renzi e agli ex vertici di Banca Etruria, nell’affare per la realizzazione di outlet in varie città d’Italia, e a Firenze attraverso i figli nella compravendita dell’ex teatro comunale di Firenze e dell’ex caffè Rivoire, acquistati anche grazie all’utilizzo dei paradisi fiscali. Ma nella lista degli indagati figura anche Giorgio Moretti, nominato ancora da Matteo Renzi, ai tempi in cui è stato sindaco di Firenze, alla presidenza di Quadrifoglio, la società fiorentina dei rifiuti che continua a guidare. Anche lui risulta fra i finanziatori di Renzi. Per di più il Comune di Firenze riapprovò nel 2011 il progetto unitario delle opere di urbanizzazione del Ferrale con una delibera che portava la firma proprio di Matteo Renzi. Si tratta di una vicenda davvero sporca, peraltro collegata allo scandalo urbanistico della società Quadra, che ha avuto il suo epilogo con la condanna dell’ex capogruppo Pd a Palazzo Vecchio Alberto Formigli. Dietro quell’opera ci sono delle precise responsabilità politiche – conclude Donzelli – il Presidente del Consiglio se le assuma e chieda scusa: lo deve ai cittadini che chiedono giustizia per i danni e le conseguenze di inquinamento subiti dal territorio”.