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“Non sono riforme, queste. Sono semplicemente consolidazioni di latenti istinti autoritari. Renzi è riuscito laddove neppure Licio Gelli riuscì”.

È quanto ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Walter Rizzetto intervenendo in aula in discussione generale sul disegno di legge costituzionale di riforma istituzionale.

“La più importante e corposa riforma di razionalizzazione delle Istituzioni – ha proseguito  il deputato di Fdi – contiene profili assolutamente devastanti. Con modo determinato e sfrontato Renzi  vuole esautorare il Parlamento delle sue fondamentali prerogative, per porre il nostro Paese sotto il diretto controllo”.

“Di fatto – ha precisato Rizzetto-  si avallano e si consolidano le riforme imposte dai trattati EU, che esautorano le politiche economiche nazionali e quel poco di sovranità ancora rimasta. La nostra Costituzione mira invece ad una democrazia sociale e ad una economia mista con una significativa presenza pubblica nei settori nevralgici del Paese. Si tratta quindi di Riforme devastanti poste in essere da un Parlamento delegittimato con certificata incostituzionalità. Così facendo la tecnocrazia sovranazionale prenderà il sopravvento sulla monocrazia nazionale ancora più vassalla delle oligarchie EU. Razionalizzare così i percorsi decisionali significa rovesciare la piramide democratica considerando il Parlamento solo un “intralcio”, che sarà sempre umiliato ove ci saranno occasioni che contano.   La migliore delle Costituzioni è destinata a funzionare malissimo, in mano ad una classe politica incapace, corrotta, inadeguata”.

“Governabile- ha aggiunto Rizzetto-  è chi si lascia docilmente governare; ebbene, serve Governo non governabilità così come ricordato da Gustavo Zagrebelsky, serve ‘partecipazione e Governo’.  Si parlerà di decisione parlamentare da avallare con voto democratico del referendum: referendum di cui il premier ha una concezione che cambia a mesi alterni, visto che ad ottobre sarà “democratico” mentre per la prossima domenica  invita all’estensione.  La riforma sottoposta a giudizio popolare porta in sé il suo peccato originale di un capo del Governo che, svilendola ancora, l’ha trasformata nel suo personale plebiscito al pari di una campagna elettorale, invece di essere intesa come serviva fare”.

“Una Costituzione modificata per il solo volere narcisistico di un presidente del Consiglio che, per di più,- ha concluso il deputato di Fdi-An-  non si è mai presentato ad una consultazione elettorale per entrare in Parlamento”.

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