“Fratelli d’Italia è sempre sensibile alle vicende ambientali del territorio laziale e romano ed è per questo che personalmente sto intraprendendo una battaglia in Città Metropolitana di Roma Capitale per tutelare la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente”.
Lo dichiara Marco Silvestroni, capogruppo di FdI presso Palazzo Valentini e portavoce provinciale del partito nell’Area metropolitana di Roma. L’esponente di FdI ha depositato l’ennesima mozione in materia di smaltimento dei rifiuti; stavolta l’atto consiliare riguarda l’atto della Regione Lazio con il quale si autorizza l’ampliamento della discarica della Falcognana; in sostanza verrebbe garantito la possibilità di trattare oltre 100 nuove tipologie di rifiuti Speciali pericolosi e non pericolosi tra i quali una cinquantina ritenuti altamente pericolosi.
A sostegno della posizione di Silvestroni c’è il parere della Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio del Ministero dei Beni Culturali, con la quale si è espresso parere negativo all’ampliamento delle tipologie di rifiuti da trattare in tale sito.
Per Silvestroni è altamente sconsigliabile garantire nel suddetto sito il trattamento di ulteriori rifiuti speciali pericolosi in quanto la discarica si trova in un’area pregiata dal punto di vista storico-ambientale ed archeologico, storicamente vocata all’agroalimentare in cui sono attive importanti aziende agricole e vinicole e a ridosso di uno dei luoghi di culto più importanti a livello internazionale e meta di pellegrinaggio da tutto il mondo come il Santuario del Divino Amore; la zona prevede altresì la presenza di numerosi insediamenti abitativi con la presenza di decine di migliaia di cittadini.
La mozione di Fratelli d’Italia si prefigge di sollecitare la Regione Lazio ed il suo Presidente, a porre in essere tutte le misure idonee a garantire la salute dei cittadini e la salvaguardia del territorio, preservando così il valore paesaggistico e artistico della zona, considerato il possibile degrado che incorrerebbero l’ambiente, i beni culturali e l’area archeologica della Falcognana nell’ipotesi di ulteriore ampliamento di rifiuti tossici inquinanti nella discarica.