Da noi Giachetti, Gasbarra, Di Liegro e tanti altri politici di ogni schieramento, famiglie, bambini e anziani. Nessuno scherzi sugli immobili occupati o concessi a canoni irrisori a partiti e associazioni. Noi siamo estranei. I partiti della prima Repubblica PCI-DC-PSI-PRI-PSDI e il loro attuale erede, il PD, hanno beneficiato per settant’anni di oltre diecimila locali pubblici ubicati in tutte le città italiane di proprietà di comuni, province, regioni, enti pubblici, per un valore complessivo pari a miliardi di euro. Equivalente a un’intera legge di stabilità dello Stato se si considerano anche le sedi di associazioni culturali, comitati, sindacati, centri sociali, associazioni di volontariato, cooperative, tutti rigorosamente ammanicati con la sinistra. La verità è che questi ‘favori’ hanno alterato radicalmente la competizione politica, drogando il gioco democratico in favore della sinistra e questo è un danno ancor più grave rispetto a quello economico, pur rilevante, di cui si sta parlando in queste ore.
La cosa clamorosa è che il circuito mediatico, maldestramente orientato dal PD, per nascondere la vergogna di affittopoli, mette all’indice un ex orinatoio collocato tra i ruderi del parco di Colle Oppio che nel 1946 fu ricovero di famiglie istriane, giuliano, dalmate che lì si trovavano per mantenere legami con le proprie radici culturali. Infatti quel circolo, poi divenuto sede del Msi, conserva ancora oggi il titolo di “Istria e Dalmazia”.
Un luogo d’incontro, ricreazione, impegno sociale sempre attivo visitato famiglie, bambini, anziani e da decine di personalità tra cui ricordiamo l’attuale vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, l’ex presidente della provincia di Roma Enrico Gasbarra e l’indimenticato monsignor Luigi Di Liegro, battagliero direttore della Caritas diocesana che entrò a Colle Oppio in una memorabile assemblea anti razzista, a rendere omaggio a quell’avamposto di socialità e lotta alle discriminazioni e alle violenze ricadente in un parco pubblico destinato tutt’ora a spaccio, violenza, prostituzione e degrado.
Una grotta scoperchiata e ridotta a latrina, senza alcun valore commerciale, è stata così trasformata da generazioni di militanti di destra in un luogo frequentabile, sempre a disposizione del quartiere.
L’unica sede pubblica della destra in Italia, ‘conquistata’ 70 anni fa solo perché non era una sede, viene accostata alle decine di migliaia di locali della sinistra, che configurano un evidente dolo, un disegno teso a farli pagare ai cittadini italiani.
Noi abbiamo chiesto al Comune in passato che fossero valutate le condizioni d’uso di Colle Oppio, migliorate radicalmente grazie alla manutenzione effettuata nei primi decenni, per rinnovare il contratto, senza avere alcuna risposta.
E restiamo tuttora pronti a discutere purché si considerino i locali per quello che sono stati: un rudere scoperchiato e inagibile che, senza l’uso di questi decenni sarebbe stato, nella migliore delle ipotesi, un dormitorio per sbandati.
Nessuna relazione di alcun tipo con lo scandalo pluridecennale di affittopoli. Nessuno scherzi.