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«Si è fatta chiarezza su chi deve rappresentare la destra in Italia. Del resto è grazie a noi se c’è ancora una destra in Parlamento. Cosa volevano davvero i “quarantenni”? Non è chiaro. Dietro di loro c’erano Fini e Alemanno. Volevano spaccare, distruggere, non costruire. Sicuramente volevano usare i soldi di An per fare un partito. Come se il consenso degli italiani si comprasse al mercato rionale. Per il resto non lo so. Non avevano argomenti. Per noi destra è difesa della Patria, sovranità, lotta ai clandestini, difesa dell’economia reale. Sbagliamo? Ma loro cosa proponevano d’altro? Fini? Parla gente che ha ridotto in macerie la destra. Cosa vogliono, che votiamo Scelta Civica? Fini dice che bisogna chiedersi perché i milioni di italiani che votavano An non votano Fdl. Rigiro la domanda: perché An ha perso tutti questi voti?».

È quanto dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un’intervista al “Corriere della Sera” sull’esito del voto dell’Assemblea della Fondazione AN.

«Non volevo che si combattesse su posizioni di 20 anni fa. I leader si affermano sul campo, non si nominano. Altrimenti ci ritroviamo uno come Alfano. Voglio un congresso aperto in cui si decidono insieme le regole. Voglio una destra inclusiva e entusiasmante. Le alleanze? Con la Lega ci siamo trovati bene su alcuni temi. Forza Italia ha sostenuto governi fantoccio, ma ora sta facendo chiarezza. Però bisogna capirsi sui metodi. I leader non si decidono nelle cene ad Arcore. Così come i candidati delle amministrative. Se c’è un nome autorevole, si va con quello. Prendi Del Debbio a Milano. Se non c’è, si abbia il coraggio di fare le primarie».

 

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