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«Ho inviato tre lettere dopo aver ricevuto una missiva di censura dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – UNAR: la prima premier Renzi per sapere quali leggi conferiscono al Governo e all’Unar il potere di censurare le opinioni di un italiano e di un parlamentare, tutelate dalla Costituzione; la seconda al Presidente della Repubblica Mattarella, Capo dello Stato e massimo garante della Carta Costituzionale; la terza alla presidente della Camera Boldrini, per chiederle di rivendicare al Governo la difesa dell’indipendenza e della insindacabilità dei parlamentari sancite dalla nostra Carta costituzionale. Ha risposto il Presidente della Repubblica Mattarella: mi ha ricevuta ieri al Quirinale e nel corso dell’incontro ha ribadito, in qualità di  Garante della Costituzione, che considera una anomalia la lettera di un ufficio del Governo che richiama un parlamentare per le posizioni espresse. Ha risposto la Presidente della Camera Boldrini: mi ha inviato una lettera nella quale si dice d’accordo con me sull’esigenza di tutelare la libertà di espressione dei membri delle Camere in coerenza con la Costituzione e per questo ha scritto anche al Governo. Non ha risposto il Presidente del Consiglio dei Ministri Renzi: da lui silenzio totale. Renzi, evidentemente, non ha avuto modo di esprimere un parere in questi giorni. Rilancio dunque, per l’ennesima volta, la mia richiesta al capo del Governo: Renzi dica cosa intende fare per evitare che gli italiani continuino a essere raggiunti da lettere di censura di Palazzo Chigi. Attendiamo che il Presidente del Consiglio e che questo Governo dicano se ai parlamentari dell’opposizione è ancora data la facoltà e la possibilità di dire quello che pensano».

Lo scrive su facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, allegando la lettera di risposta della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.

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