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«Essere romana è un orgoglio e al tempo stesso una grande responsabilità. Un orgoglio perché Roma è la città eterna, la patria della civiltà occidentale, l’emblema di una storia millenaria e senza eguali, la capitale dell’Italia. Una responsabilità perché esserne all’altezza non è facile. sindaco di Roma ha su di sé il peso di tutta questa grandezza. Ma questo solo romano può capirlo, è quando dichiara in un’intervista a Il Tempo, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

«Io l’unica leader nazionale romana? È vero, è una grande anomalia rispetto alla tradizione politica della nostra nazione. Il motivo non è certo perché i politici romani siano meno validi, ma perché gli interessi dei grandi partiti nazionali si sono spostati. FI ha sempre avuto Milano come centro nevralgico, il Pd ha le sue roccaforti in Toscana ed Emilia Romagna, la Lega è un partito del Nord. La destra invece, storicamente, ha sempre avuto nel Centro-Sud e a Roma in particolare un maggiore radicamento e oggi Fratelli d’Italia è l’unico partito nazionale ad avere il proprio baricentro qui». E il fatto che «ci siano sempre meno leader nazionali romani ha delle forti conseguenze anche sul livello di attenzione del governo nei confronti della Capitale che non ha neanche il sindaco romano. a parte un paio di assessori in Campidoglio gli unici romani rimasti sono Marco Aurelio e la Lupa e se potessero se ne andrebbero anche loro. Fino al capolavoro di un assessore piemontese che insulta i tifosi romanisti che gli pagano lo stipendio. La città non è mai caduta così in basso e non lo dico solo io da romana innamorata della mia città ma anche alcuni degli esponenti più autorevoli del mondo della cultura e dello spettacolo, gran parte di sinistra. Con Marino e il Pd abbiamo toccato il fondo», continua Meloni.

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