Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha scritto al presidente della Camera, Laura Boldrini, per sottoporle il caso della lettera di censura ricevuta nei giorni scorsi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR). Ecco il testo integrale della missiva inviata al presidente di Montecitorio.
«Illustrissima Presidente, Le scrivo per metterLa al corrente di una circostanza che mi riguarda direttamente, ma che reputo essere di Suo interesse perché concerne l’indipendenza stessa della Camera dei Deputati e del Parlamento tutto nei confronti del Governo. Ho ricevuto una nota da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) – (che per Sua comodità le allego alla presente), nella quale vengo invitata a “trasmettere alla collettività messaggi di diverso tenore”. Si renderà conto della gravità della questione. Un ufficio governativo scrive, formalmente e su carta intestata della Presidenza del Consiglio, a un parlamentare eletto dal popolo italiano, dicendogli quali messaggi sia opportuno trasmettere alla collettività e quali no. Ciò in palese sfregio dei più elementari princìpi democratici e della nostra Costituzione che sancisce, senza possibilità di diversa interpretazione, che «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. Non Le chiedo di entrare nel merito delle contestazioni a me mosse dal Governo in tema di immigrazione, reputo, anzi, una fortuna in questa circostanza che la Sua sensibilità su questo tema sia molto distante dalla mia e che, con ogni probabilità, Lei condivida la sostanza delle argomentazioni del UNAR. Le chiedo di far sentire al Governo la voce autorevole della Presidente della Camera dei Deputati a difesa dell’indipendenza e della insindacabilità dei Parlamentari sancite dalla nostra Carta Costituzionale, voce che risulterà ancora più perentoria proprio perché rivolta a difendere il diritto di espressione di un Parlamentare del quale non condivide le posizioni politiche. Certa che Ella non vorrà far passare sotto silenzio un grave atto di prevaricazione del Governo nei confronti delle prerogative istituzionali del Parlamento, Le porgo i miei cordiali saluti. Giorgia Meloni».