fbpx

Dopo che il Consiglio dei ministri di venerdì 3 luglio con decreto ha scongiurato in extremis lo spegnimento dell’Afo2, in seguito al sequestro senza facoltà d’uso disposto dalla Procura di Taranto dopo l’incidente mortale delle settimane scorse ai danni del povero Morricella si aprono scenari inquietanti sul prosieguo dell’attività dell’ILVA. Alessandro Morricella l’8 giugno scorso fu investito da una colata di ghisa liquida alla temperatura di 1000 °C che procurò ustioni sul 90% del corpo talmente gravi da causarne la morte il 12 giugno. Quello stesso giorno nel 2003 altri due operai Ilva, il 24enne Paolo Franco di San Marzano di San Giuseppe e il 29enne Pasquale D’Ettorre di Fragagnano morirono schiacciati da una gru. Da quel giorno, esiste a Taranto un’associazione che ogni 12 giugno ricorda le vittime del lavoro, ricorrenza quest’anno rimarcata proprio da una drammatica morte bianca. “Se con questo Decreto il Governo dimostra che l’interesse economico è superiore ai diritti costituzionalmente riconosciuti per i lavoratori c’è però un dovere imprescindibile da parte dello Stato che è rappresentato dalla garanzia della salute e dell’ambiente salubre nei luoghi di lavoro e della giustizia per le morti bianche. Taranto e la sua provincia sono già marcate dal dramma di una percentuale altissima di tumori ed i lavoratori dell’ILVA hanno ogni diritto, dopo fatti così gravi, ad una supervisione adeguata degli impianti per poter lavorare in sicurezza e serenità. Se il ciclo produttivo del polo siderurgico non può essere interrotto per poter garantire i livelli occupazionali di 15.000 lavoratori si deve però interrompere la scia di morti sul lavoro e di danni ambientali conseguenti certe attività industriali. Lo Stato deve delle risposte>> è quanto dichiarano in un comunicato congiunto Tiziana Montinari, Coordinatore nazionale del Dipartimento tutela Vittime FdI-AN e Vanni Caragnano, Referente per Taranto dello stesso Dipartimento che da tempo si interessa delle problematiche legate alle Vittime sul lavoro e al rischio tumori a seguito di danni ambientali locali.

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social