Di Marco Lepre (http://ilgiornaleoff.ilgiornale.it)
A nulla sono bastati i record di sbigliettamento, i grandi nomi in palcoscenico, le aperture a Capodanno, d’estate e il 1° Maggio, le iniziative sociali, i laboratori:l’immane lavoro compiuto nei cosiddetti “teatri di cintura”, riconosciuto da ogni parte politica e artistica non solo romana, andrà perduto per giungere all’ennesima colpevole chiusura di importanti spazi di cultura in quartieri di grande complessità sociale nella città di Roma. Questa è la denuncia scaturita nella conferenza stampa che ha avuto luogo nella mattinata di oggi al Teatro della Cometa di Roma, che ha visto una sala stracolma e tanti protagonisti della vita civile e artistica della Capitale uniti nell’additare l’Assessore alla Cultura della città Giovanna Marinelli come grande artefice del fallimento.
Sebbene la rete della Casa dei Teatri e della Drammaturgia contemporanea – il Teatro Tor Bella Monaca, il Teatro Quarticciolo, le Scuderie di Villa Pamphili – sia stata citata pubblicamente solo pochi giorni fa come “esperienza di eccellenza” dal Ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini sulla televisione nazionale nel corso di Uno Mattina e malgrado le felicitazioni e le rassicurazioni pubbliche da parte dell’Assessore alla Cultura di Roma in merito al bando che avrebbe consentito la prosecuzione dell’importante esperienza, a oggi nessun bando è stato organizzato e i teatri si preparano alla chiusura con l’intimazione scritta alla riconsegna delle chiavi a opera dell’assessorato per il prossimo 1 luglio. “Forse l’Assessore alla Cultura di Roma era sintonizzata su un altro canale…” scherza, triste, Alessandro Benvenuti, Direttore Artistico del Teatro di Tor Bella Monaca.
Numeri importantissimi nell’operato dei teatri di periferia, che in due anni hanno organizzato circa 1200 spettacoli e iniziative che hanno coinvolto oltre 200.000 persone seppure con finanziamenti molto limitati e in territori difficili: il solo Teatro di Tor Bella Monaca ha contato quasi 70.000 presenza con una sala di 282 posti in due anni – contro le 60.000 in sei anni della precedente gestione – divenendo un esempio di gestione esemplare, un vero e proprio caso a livello nazionale.
L’attore Luca Barbareschi, nuovo proprietario del Teatro Eliseo, che solo pochi giorni or sono aveva definito “geniale” l’operato del Tor Bella Monaca, proponendo una importante collaborazione artistica, è intervenuto alla conferenza stampa ricordando come il Teatro costituisse l’unico presidio culturale di una problematica comunità di quartiere grande quasi il doppio della città di Firenze, invitando ad azioni legali per rispondere con la stessa moneta alla violenza che la burocrazia sta attuando nei confronti dei teatri.
Emanuela Giordano, direttrice dei teatri di nomina pubblica, non riesce a trattenersi, denunciando come l’esemplarità dell’esperienza dei teatri di cintura stesse dando luogo a un importante progetto di livello nazionale: “Abbiamo dato fastidio per una certa autonomia di pensiero”.
Federico Mollicone, Responsabile della Comunicazione FdI-AN e tra coloro che elaborò il bando da cui scaturì questa esperienza dei teatri di periferia come Presidente della Commissione Cultura dell’amministrazione Alemanno, dichiara candidamente: “Già il teatro Torlonia è stato escluso dalla rete della Casa dei Teatri e della Drammaturgia contemporanea, per essere passato sotto la diretta gestione dell’Assessore. Non mi pare un caso che il bando non sia stato fatto, sebbene sollecitato e annunciato sin dal settembre 2014; c’è un diverso programma da parte dell’amministrazione incurante e irrispettoso del merito dei protagonisti di questa bellissima stagione della cultura romana”.
Alessandro Benvenuti, direttore artistico del Teatro di Tor Bella Monaca, da sempre personaggio poco incline a padrini politici, quanto alle polemiche e al presenzialismo, si è reso autore di uno sdegnato post nei confronti dell’amministrazione romana sul suo profilo Facebook, rincarando la dose in conferenza stampa con brevi, toccanti parole: “Questo bando doveva uscire prima: superficialità, stupidità, malafede, volontà di appropriazione politica e partitica della cultura…. Non mi interessa. Qualunque ne sia la causa, questa decisione rappresenta l’ennesima sconfitta del buon senso e dell’intelligenza.
Volevamo un grazie come persone civili che avevano fatto bene il proprio lavoro; non una lettera di sfratto con su scritto “Aridatece le chiavi!”. Uno stile inaccettabile che porta inevitabilmente quanto inspiegabilmente alla chiusura dei teatri e al successivo inevitabile degrado delle strutture, che si renderanno fruibili a degrado, vandalismo, occupazioni e quant’altro, quando rappresentavano presidi culturali densi di significato sociale e politico, oltre che artistico”.
Piove sul bagnato per l’amministrazione comunale romana: la continua diminuzione di fondi alla Cultura, nessun progetto omogeneo riconoscibile se non tristi scopiazzature del passato, le dimissioni e le accuse del CDA del PalaExpo, massima istituzione culturale romana e, soprattutto,una sordità evidente alle esigenze e alla collaborazione della società civile, quanto alle esigenze sociali e culturali delle periferie: Fabio Rampelli, capogruppo di FdI-AN preannuncia una interrogazione parlamentare al Ministro Franceschini, imputando al Sindaco Marino di “tagliare fuori milioni di romani dalla condivisione culturale e dalla cittadinanza attiva. Un mondo politicamente trasversale costituito da artisti come Barbareschi, Benvenuti, Tirabassi e Siravo, sta smascherando l’inettitudine di Marino come politico, come amministratore e come uomo”.
Di certo l’atteggiamento dell’amministrazione è inspiegabile per tutti. Alla vecchia contrapposizione politica destra-sinistra va sostituendosi in sala la consapevolezza di una comunità che non vuole arrendersi alla mancanza di senso nella gestione della città: “Si uccide una periferia: le parole degli slogan elettorali lasciano il passo a questi omicidi”, chiude Filippo D’Alessio, direttore organizzativo del Tor Bella Monaca, mentre gli stessi consiglieri municipali di maggioranza PD definiscono l’operato dell’Assessore Marinelli una “scellerata decisione”, preparandosi ad azioni di protesta incisive “per non rendersi complici di questo omicidio culturale”.
L’ennesima sconfitta di Marino; ma soprattutto, con le parole di Benvenuti, la sconfitta del buon senso e dell’intelligenza, alla quale artisti, pubblico e Tor Bella Monaca non hanno intenzione di arrendersi.