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La legge di riordino delle Province approvata ieri dal Consiglio regionale delle Marche “è il minimo sindacale della Regione per i dipendenti delle Province che, stando alla riforma Delrio, rischiano di fare la fine dei dipendenti pubblici della Grecia”. Così in una nota il consigliere regionale delle Marche di Fdi-An, Giovanni Zinni, che ieri si è astenuto, secondo il quale “il 50% dei dipendenti delle Province rischia il posto”.
“Il Governo Renzi continua a prevedere tagli agli enti locali” attacca Zinni e la legge Delrio è “una finta riforma. Perché non si ha coraggio di chiudere le Province o, addirittura, le Regioni. Perché questa legge non ha seguito, come avrebbe dovuto, un iter costituzionale e perché non dice come si garantiranno i servizi ai cittadini. Non è così che si riformano gli enti locali. Soprattutto far rischiare ai dipendenti una lista d’attesa di due anni prima del licenziamento non è serio”.
Tra le funzioni “non fondamentali” assunte dalla Regione Marche “restano nel limbo gli agenti della polizia provinciale. Su di loro non ci garanzie ma è evidente che debba rimanere esclusa dal riordino e restare operativa nelle Province per i reati contro l’ambiente. Ma si devono trovare i soldi per farli operare e per garantire gli stipendi”. Per l’esponente di FdI-An, “il Governo Renzi è una sciagura incapace di fare riforme vere e che ha tagliato 230 milioni di euro alle Marche senza contropartite. Tutte le leggi della Regione sono ancora a zero e la variazione di bilancio in arrivo coprirà solo parzialmente le esigenze del territorio”.
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