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…ITALIANI IN SLOVENIA DECLASSANDO L’OSPEDALE DI GORIZIA. “Troppo impegnata a Roma per capire la gravità di quello che sta facendo, la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha deciso di chiudere il punto nascita, ginecologia e ostetricia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Gorizia.

La città capoluogo dovrebbe perdere questi presidi che saranno trasferiti in una città molto meno attrezzata e meno popolosa, Monfalcone”. È quanto afferma il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli a commento della decisione del consiglio straordinario convocato dal comune di Gorizia venerdì prossimo al quale parteciperà la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani con all’ordine del giorno la chiusura del punto nascita, pediatria e ginecologia decisa dalla Giunta regionale.

“Non crediamo alle ragioni di sicurezza che avrebbero determinato la decisione di depotenziare il nosocomio- ha osservato Rampelli- quella di Gorizia è una struttura di eccellenza che ha ospitato anche le figlie di illustri imprenditori e politici, persone quindi che avrebbero potuto andare in cliniche private. Si tratta in realtà di una palese azione di boicottaggio dell’unica giunta di centrodestra del Friuli, una giunta che sta combattendo contro questo declassamento. Le alternative c’erano ed era quella della ‘Casa parto’ sulla quale stava lavorando la giunta comunale. Ma anche questo progetto però è stato boicottato dalla Serracchiani”.

“Il progetto della presidente- ha concluso Rampelli – è quello di far nascere i bambini italiani in Slovenia attraverso un accordo che sta per essere stipulato con lo Stato confinante facendo pagare alla Regione queste trasferte, attuando una politica di ‘denatalizzazione’ forzata che andrà a pesare sul tasso negativo dell’Italia. Tutto il nostro sostegno alla giunta comunale di Gorizia”.

Roma, 8 luglio 2014

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