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di Giorgia Meloni
2 luglio 2014

Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ha presentato diverse interrogazioni parlamentari per sapere perché il governo abbia messo a disposizione volontariamente – e senza consultare le Istituzioni locali – il porto di Gioia Tauro per il trasbordo delle armi chimiche siriane. Non abbiamo mai ricevuto risposta, così come non c’è stata data alcuna comunicazione sulle misure messe in campo per garantire la piena sicurezza dei cittadini ed evitare qualunque imprevedibile danno ambientale legato a questa operazione.

Il governo sceglie di esporre l’Italia ad un rischio altissimo. E probabilmente lo fa perché la nostra nazione è sempre disponibile: ci tiene a fare bella figura a livello internazionale e non si tira indietro quando si tratta di dare il suo contributo oneroso. Lo fa in termini di vite e risorse partecipando alle missioni o mettendo a disposizione il suo territorio per interventi che non ci riguardano e non ci portano alcun vantaggio. L’obiettivo è conquistare crediti. Ma quando si tratta di far valere questi crediti, guadagnati sulla pelle dei cittadini, chi ci governa si dimostra totalmente incapace di farsi rispettare. Emblematico, infatti, è il caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone i due marò italiani che da due anni sono illecitamente detenuti in India in piena violazione del diritto internazionale e nella totale indifferenza della comunità internazionale.

 

Ribadiamo, dunque, la posizione di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: nessuna ulteriore disponibilità dell’Italia ad assumersi oneri e impegni internazionali finché Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non torneranno a casa. Perché se l’Italia deve affrontare emergenze e ingiustizie da sola e non può contare sul sostegno della comunità internazionale, allora la comunità internazionale non può contare sull’Italia quando si tratta di assumersi rischi per fare gli interessi degli altri come nel caso di Gioia Tauro.

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