fbpx

di Giorgia Meloni
1 luglio 2014

Martin Schulz confermato presidente del parlamento Ue e Juncker, bandierina della Merkel, alla guida della Commissione Ue: eccola la grande rivoluzione che ci avevano promesso a parole PD, FI e NCD. In campagna elettorale ci guardavano come marziani perché sostenevamo che in Europa non c’è bipolarismo tra PPE e PSE che votano insieme il 90% dei provvedimenti e sono responsabili delle peggiori politiche condotto fin qui dalle istituzioni europee. Ci davano dei populisti quando sostenevamo che votando questi partiti sarebbe cambiato nulla perché il compito di PPE e PSE non è costruire un’Europa di popoli liberi ma mantenere al vertice delle principali Istituzioni europee un’oligarchia a trazione tedesca gradita ai poteri forti, alla grande finanza, alle lobby, alle consorterie, alle banche.

Ci aveva assicurato che sarebbe cambiato tutto, che loro avrebbero cambiato tutto: nessuna continuità con il passato e svolte epocali nel rapporto tra Italia e Ue. Oggi, dunque, da questi illustri esponenti politici nostrani che hanno incassato il consenso degli italiani grazie alle loro promesse di rivoluzione, ci piacerebbe sapere esattamente cosa sia cambiato rispetto agli ultimi anni, perché la riconferma di Schultz – leader del PSE e alleato della Merkel in Germania – e la prossima elezione di Juncker  – che era il candidato alla presidenza della Commissione Ue della cancelliera tedesca – sono la prova della ripartizione tra PPE e PSE e della già nota irrilevanza dell’Italia.

Del resto, nonostante i proclami di Renzi questa irrilevanza è confermata dall’intervista rilasciata al Financial Time dal ministro dell’Economia tedesco Schauble che ha detto di non averlo mai sentito parlare di flessibilità rispetto al patto di Stabilità.

Ora noi chiediamo semplicemente a Renzi, Alfano e Berlusconi cosa ci attenderà, quanto sangue saranno ancora costretti a donare gli italiani, quanto pensano di bluffare dichiarando il contrario di quello che fanno. Non chiediamo nulla che non sia la verità. Perché a differenza loro, noi l’abbiamo sempre detta.

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social